PIETRA VIVA: La materia prende vita nell’immaginario di Marta Abbott

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Divario — contenitore d’arte sui generis di Roma — presenta Pietra viva a partire dall’11 dicembre 2021, mostra personale di Marta Alexandra Abbott artista ceco-americana con base a Roma, la cui pratica artistica si contraddistingue per l’uso predominante di inchiostri e pigmenti ottenuti a partire da sostanze naturali.

La produzione artistica di Marta Abbott è alimentata dalla sua fascinazione per il mondo naturale e dal rapporto in continua evoluzione di quest’ultimo con gli esseri umani, sul piano fisico e su quello astrale.

La mostra Pietra viva è il risultato di una residenza artistica, svolta nel corso del 2021, presso lo storico studio fiorentino di arti grafiche Il Bisonte. Qui l’artista ha dato inizio a una serie di lavori sperimentali, i cui soggetti sono impossibili da ricondurre a forme riconoscibili o cose visibili con l’occhio umano e nascono dal desiderio di dare forma all’esperienza, al tempo, alla luce e allo spirito, infondendo linfa vitale nell’immateriale.

Fino al 5 febbraio 2022 saranno esposte diciassette opere create con materiali non convenzionali, in una mostra che combina alchimia e arte contemporanea, frutto di un lungo ed elaborato processo, a partire da materiali semplici.

I suoi strumenti infatti provengono da settori eterogenei e le materie prime sono prevalentemente elementi a base di acqua, oli e sostanze organiche trovati negli spazi domestici e durante le uscite di foraging in luoghi inaspettati. È sotto la guida degli esperti stampatori fiorentini che l’artista si è dedicata alla sperimentazione di tecniche calcografiche su carta comune e giapponese, tra cui la monostampa, la stampa alla gomma (gum print) e l’incisione a cera. A queste ultime ha poi accostato l’utilizzo di acquatinta, inchiostri e pigmenti ricavati dalla polvere di marmo raccolta dal paesaggio ultraterreno delle cave di Carrara, ed infine fiori e piante quali sambuco e cactus, impiegati sia come calchi che come inchiostri.

Ogni stampa è stata pensata come un unicum con l’intento di realizzare un’immagine in serie sempre diversa, grazie a tecniche che apportano nuovi dettagli in ogni riproduzione, sancendo l’originalità dei pezzi. La variazione in serie di un soggetto apparentemente astratto scolpito nella materia, invita l’osservatore a interrogarsi sulla natura di ciò che vede. Con semplicità disarmante, l’artista rende tangibile ciò che non sempre può essere identificato e compreso.

Carne, Marmo, Fiore, Venere, è in te che io credo!” sono le parole del poeta maledetto francese Arthur Rimbaud, tratte dalla poesia Soleil et chair, scelte da Marta Abbott per riassumere i temi salienti di questa mostra dove la natura metamorfica del marmo e l’essenza caduca dei fiori si fondono all’unisono per dare vita a qualcosa di assolutamente inedito: la pietra viva.