Nel 1968 – quando nelle città di mezzo mondo nasceva uno fra i più dirompenti movimenti di massa del 900’ e i paesaggi rurali lasciavano definitivamente il passo all’impatto estetico delle fabbriche, lo studio Gabetti e Isola avviava il progetto di realizzazione del Centro Residenziale Olivetti di Ivrea, dando vita a innovative soluzioni residenziali (pensate per i dipendenti della Olivetti, una delle più importanti aziende al mondo del 900) che lasceranno ai posteri l’idea di un nuovo modo di vivere gli spazi.
Tutt’oggi innovativa, quanto dal punto di vista architettonico che sociale, l’opera di Gabetti e Isola fu rivoluzionaria in tutti i suoi aspetti. La struttura di cui si compone l’edificio (una sorta di grattacielo disteso a forma di semicerchio, un teatro con al centro la natura e il mutare delle stagioni) si confonde e si integra radicalmente con il bosco verde che la circonda e la terra che la contiene, diventando nel tempo fonte di ispirazione per importanti strutture architettoniche realizzate fino ai giorni d’oggi. La parte interna dell’edificio, che si compone di 82 unità abitative con in dotazione un set di arredi funzionali, modulabili e giocosi, venne ideata per consentire agli ospiti della struttura un confort psico fisico ideale. Nacque qui la lampada Bul-Bo, bandiera illuminante attorno a cui si radunavano i vari complementi di arredo. Non più legati alle pareti, come da tradizione, ma libere nello spazio. Disegnati e fatti costruire da Gabetti e Isola apposta per l’edificio residenziale. Gli ospiti della residenza, infatti, fatta eccezione per Bul-Bo, potevano scegliere i propri arredi fra le varie proposte dello studio.
Lo scorso 9 giugno 2021, nella splendida cornice del Palazzo della Luce di Torino, in occasione del cinquantesimo anniversario dalla sua prima realizzazione è stata presentata la nuova lampada Bul-Bo rieditata da Axolight .
Quanto emozionali, che risolutive per la riuscita del progetto della nuova Bul-Bo, sono state le più recenti sessioni di approfondimento avvenute fra il team di Axolight e Aimaro Isola, Guido Drocco, Lodovico Gabetti e Fabrizio Pellegrino. È proprio grazie a queste sessioni, che ritorna ai giorni nostri il razionale che lega la forma della lampada Bul-Bo, il 68’ – che ha fortemente influenzato l’idea di design di Guido Drocco, all’epoca anche autore dell’appendi abiti Cactus, assieme a Franco Mello – e l’orientamento di Aimaro Isola verso un modo – oggi più che mai attuale – di concepire gli oggetti, quali elementi adatti a far divenire le nostre case un luogo ludico e interessante, dove il gioco diventa sinonimo di libertà (secondo la visione di Friedrich Schiller del gioco).
“Per creare la nuova Bul-Bo, lampada già oggetto di brevetto – spiega Giuseppe Scaturro, CEO di Axolight – e applicare ad essa materiali e processi produttivi contemporanei, è stato vitale e risolutivo ricorrere a un esercizio di maieutica estremamente emotivo che ci ha portati alla ricostruzione del pensiero progettuale degli autori dell’opera. Aver dato una seconda vita a una lampada così importante per la storia del design moderno – che a cinquant’anni dalla sua prima edizione, rimane incredibilmente forte, non conforme, libera e rivoluzionaria – è un qualcosa che ci inorgoglisce, ci emoziona e arricchisce. Nello sviluppo della nuova Bul-Bo” – continua Giuseppe Scaturro – “ci siamo posti l’obiettivo di ricreare un’oggetto esteriormente fedele alla sua forma originale, ma in grado di assolvere la sua funzione illuminate alla maniera dei nostri giorni”.
La presentazione della nuova lampada Bul-Bo di Gabetti e Isola è stata l’occasione per discutere, sia del valore culturale dei pezzi iconici ideati dai grandi maestri del design, che delle ragioni che hanno indotto, un’azienda illuminata e contemporanea, come Axolight, a investire importanti risorse intellettuali ed economiche, nella riedizione, in chiave moderna, di uno fra i più importanti oggetti di design del 900’.
Axolight, azienda produttrice di corpi illuminanti di design da oltre venticinque anni, con sede in Italia e negli Stati Uniti, è oggi particolarmente impegnata nella realizzazione di lampade e sistemi illuminanti in grado di coniugare contemporaneità tecnica, design e funzionalità. Proprio in questa direzione guarda il progetto della nuova Bul-Bo, che ha coinvolto l’azienda nella ricostruzione in chiave moderna di un oggetto iconico, vero e proprio manifesto di libertà ideato, a cavallo fra gli anni 60’ e 70’, dal celebre studio Gabetti e Isola, fucina di straordinarie idee innovative e illuminato luogo di formazione professionale, sia per l’architettura sia per il design.Bul-Bo fu e rimane un oggetto di rottura con il passato. Questa lampada venne pensata per contribuire a dare vita a un ambiente residenziale di ispirazione schilleriana: ludico, libero e orientato a apportare un benessere psicofisico agli ospiti della stessa. Questa lampada da terra prende il nome dalla sua base, un bulbo appunto, realizzato in finta pelle (sin dalla sua prima edizione) e ripieno al suo interno di granuli di marmo, che funge da contrappeso e – contemporaneamente – da supporto a uno stelo in alluminio che termina con la sagoma in metallo di una lampadina. Una lampada dal design estremamente innovativo, che può modificare la sua posizione con inclinazioni variabili, assumendo nuove identità e mantenendo l’aspetto ironico e empatico che contraddistinse tutti gli arredi del Centro Residenziale Olivetti. Fortemente non conforme e rivoluzionaria, l’esperienza progettuale di Gabetti e Isola per Olivetti, ha lasciato un’impronta indelebile nei costumi, tanto da aver sempre generato l’interesse da parte di una grande platea di collezionisti, che tutt’oggi si contendono Bul-Bo e le altre opere dello studio alle aste di design e modernariato.