Hercule: una casa unifamiliare monolitica

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 Hercule è una residenza unifamiliare in cemento, costruita tra il 2015 e il 2018 dallo studio studio di architettura lussemburghese, 2001 . L’edificio con una superficie di 250mq si trova a Mondorf-les-bains, nel sud del Lussemburgo.

Il nome Hercule non è casuale. Prende infatti il nome dall’eroe locale John “Hercule” Gruen per la sua robusta forza evidente da questo grande volume che emerge ferocemente da terra come la punta di un iceberg. Il lotto su cui si erge è una porzione residua di terreno situata tra un’antica casa colonica e una villa suburbana, ha guidato il progetto, respirando un forte senso di radicamento nel sito.

Ma piuttosto che contrastare il vincolo topografico, il contesto naturale ha contribuito a determinare la disposizione dei tre livelli della casa che scendono lungo il pendio. Il piano interrato raccoglie tutte le funzioni tecniche, compreso il garage; l’ingresso, il guardaroba, la lavanderia, l’area fitness & spa, la cantina e la cucina, nonché la sala da pranzo e la zona giorno, entrambi disposti in un unico spazio di 14 x 6 m. Questi locali della zona giorno si aprono completamente sul lato sud-ovest tramite un patio.

Le dimensioni degli spazi, si ripetono nei due piani superiori, che ospitano le camere e i bagni. Gli interni sono progettati secondo un’estetica essenziale, tutti racchiusi in un volume compatto che rappresenta l’unica parte visibile dell’edificio dal piano stradale. In questo modo, gli architetti hanno ottenuto la massima privacy e ridotto al minimo l’impatto visivo dell’edificio rispetto al suolo.

Approccio diverso quello usato per definire le facciate. A sud, un muro cieco béton brut funge da trave per i due piani superiori, in modo da evitare la necessità di una colonna nel soggiorno, mentre il prospetto nord presenta aperture puntuali sul giardino, che incorniciano diversi elementi paesaggistici attraverso gli arredi – finestre. Le facciate est e ovest, orientate verso la strada e il giardino, sono infine trattate come facciate continue con un vetro di protezione solare. Riflettendo sia il contesto suburbano che quello paesaggistico, la casa si fonde in questo modo con l’ambiente circostante.

La radicalità del progetto si esprime ulteriormente attraverso la mancanza di rifiniture: “Il progetto si traduce in un manufatto poliedrico, un bastardo architettonico, che affronta la complessità del contesto e definisce gli spazi vitali per una giovane famiglia nel 21° secolo”, afferma Philippe Nathan, fondatore nel 2001.

Sono visibili solo gli elementi strutturali principali, che vengono valorizzati mediante l’utilizzo di casseforme o levigatura. L’austerità che ne deriva, inconsueta per gli standard domestici contemporanei, sottolinea l’essenza del progetto: la qualità minimale degli interni favorisce un rapporto con il contesto. Il design facilita l’appropriazione e l’applicazione di un’architettura senza tempo da parte dei suoi utenti nella loro vita quotidiana.

Photo credit @©Maxime Delvaux