In occasione delle Giornata Internazionale della Giustizia, ADI Design Museum presenta “Women for Justice”: un’esposizione di Claudia Conte con ADI Design Museum che affida al potere delle immagini una narrazione alternativa sul ruolo delle donne nei contesti estremi.
La mostra “Women for Justice”, patrocinata dal Ministero della Cultura e da RAI per la sostenibilità, nasce con l’intento di costruire una contro-narrazione rispetto a quella fornita dai media riguardo le figure femminili nei contesti di guerra: il ruolo delle donne, infatti, è ancora oggi relegato a narrative marginali e per lo più vittimali, in particolare nella narrazione di eventi storici di portata epocale, come nel caso dei più recenti eventi di Afghanistan e Ucraina. ADI Design Museum decide di approfondire il tema della giustizia sociale come cruciale per il mondo del design, che con questa mostra si unisce al linguaggio della fotografia e dell’arte, con la produzione dell’imprenditrice culturale e attivista Claudia Conte.
Il percorso espositivo, curato dall’orientalista-antropologa Francesca Grisot PhD, si apre con un omaggio al lutto delle donne ucraine con le opere della fotografa Tetyana Erhart, a cui seguono quelle delle quattro artiste afghane, Fatimah Hossaini, Roya Heydari, Tahmina Alizada, e della regista Sahraa Karimi, che raccontano nei loro scatti una donna afghana piuttosto lontana dagli stereotipi. Tra le opere esposte anche una preziosa selezione di pannelli con ricami della collezione Guldusi di Pascale Goldenberg e un imponente arazzo realizzato dal giovanissimo artista Sebastiano Furlotti intitolato “Una Guernica per l’Afghanistan”.
“ADI sostiene da sempre che il design può crescere solo in un ampio contesto sociale e culturale di libertà,” spiega il presidente dell’associazione Luciano Galimberti, “che include anche i valori dell’equità e del rispetto reciproco: la mappa dei principi etici che sono il terreno di sviluppo del progetto, elaborata dall’ADI nel suo Design Memorandum 2.0 del 2013, cita esplicitamente l’uguaglianza, la libertà e la capacità critica accanto ai valori dell’economia, dell’informazione e dell’innovazione. La presenza di questa mostra all’ADI Design Museum è, oltre che un segnale di condivisione delle idee che la ispirano, un sostegno concreto al ruolo attivo delle donne da parte di uno dei settori più significativi del panorama culturale italiano.”
Oltre alle artiste, alla mostra sarà presente l’attivista Zahra Ahmadi, costretta alla fuga da Kabul dopo l’arrivo dei talebani. Si esibiranno al pianoforte le due sorelline ucraine Diana e Daniella, di sette e nove anni, fuggite dalla guerra in Ucraina. Gran finale con “La musica unisce”, messaggio di pace a cura della violinista russa Ksenia Milas che si esibirà con suo marito, il violinista ucraino Oles Semchuk.