Dal 14 maggio al 18 settembre 2022, la Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d’Isonzo presenta la mostra Artista + Artista. Visioni contemporanee, curata da Lorenzo Michelli e organizzata da ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia.
La mostra si inserisce nel più ampio progetto espositivo dedicato al tema dell’autoritratto e del ritratto d’artista, promosso e sviluppato da ERPAC in questi mesi su tre sedi espositive: al Magazzino delle Idee di Trieste (Io, lei, l’altra. Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste), a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia (Riflessi. Autoritratti nello specchio della storia) e alla Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo.
Un’iniziativa congiunta, a cui la Galleria Spazzapan ha aderito attivamente, in quanto in linea con alcuni dei suoi principali obiettivi finalizzati alla mappatura e alla catalogazione della produzione artistica contemporanea del Friuli Venezia Giulia, nonché alla sua valorizzazione e promozione. È proprio nei momenti di crisi, come quello attuale, che le riflessioni e le domande sul ruolo dell’arte si fanno più urgenti: quali sono le sue potenzialità, la sua forza, i suoi limiti, il suo territorio d’azione e quale dev’essere il ruolo dell’artista visivo nelle fasi storiche in cui ogni certezza sembra venire meno. Il progetto espositivo di ERPAC vuole dare una risposta a questi interrogativi, cercando di dare voce agli artisti, alle loro ambizioni, alle loro illusioni e alle loro tragiche sconfitte, guardando l’Artista con gli occhi degli Artisti.
In questo contesto la mostra “Artista + artista” vuole offrire una sua interpretazione e una visione del tema del ritratto, genere artistico da sempre frequentatissimo, che conduce ad altri due temi: quello dell’identificazione dell’uomo e dell’artista – delle motivazioni che lo spingono a operare, a trasmettere pensieri, idee e suggestioni – e quello del rapporto con l’osservatore, il pubblico.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo si sviluppa in due sezioni distinte: una prima parte è dedicata alla fotografia storico-documentativa, in cui una selezione di tre collezioni fotografiche mettono luce sul ritratto di artisti dell’avanguardia contemporanea con ottiche e finalità differenti, dal ritratto d’autore al reportage. Sono gli scatti provenienti dagli archivi fotografici di Maurizio Frullani, Branko Lenart e Mario Sillani Djerrahian.
Una seconda sezione della mostra è dedicata alle opere d’arte contemporanea create appositamente dagli artisti invitati a partecipare al progetto. L’artista in questa sezione della mostra diventa più simile a un enigmista che opera per frammenti, segni e oggetti, che prendono forma attraverso la pittura, la fotografia, le installazioni. Da qui l’idea che il percorso espositivo sia una sorta di mappa ricca di indizi attraverso i quali cogliere il significato dell’opera e della mostra nel suo insieme.
La sezione fotografica storico/documentativa
Sono tre i gruppi di fotografie che testimoniano la sezione fotografica dedicata ai ritratti di artisti. Il primo è quello di Maurizio Frullani, autore dell’archivio fotografico a tutt’oggi più completo, dedicato agli artisti attivi negli ultimi decenni in Friuli Venezia Giulia. Dalla fine degli anni Settanta fino a pochi mesi prima della sua scomparsa (avvenuta nel 2015), Frullani ha voluto dare testimonianza dei più interessanti intellettuali e artisti del Friuli Venezia Giulia e dell’area mitteleuropea, fotografandoli nei loro atelier, ma anche in ambientazioni che dialogano con le diverse personalità da lui ritratte. Si tratta quindi di ritratti in posa, minuziosamente studiati, in cui è riconoscibile la grande tradizione del ritratto pittorico.
Più vicino al reportage, invece, è il lavoro di Branko Lenart, artista nato in Slovenia e operativo successivamente soprattutto a Graz. All’artista è stato chiesto il prestito di una serie fotografica composta di 24 ritratti dei massimi rappresentanti della fotografia: da Luigi Ghirri a Helmut Newton, da Ansel Adams a Nan Goldin, da André Kertész a William Eggleston. Una panoramica di volti che appartengono alla storia dell’arte fotografica, veri e propri mostri sacri visti con l’occhio di Branko Lenart, assiduo frequentatore degli appuntamenti internazionali di fotografia, tra cui Les Rencontres d’Arles, il primo festival mondiale tutto dedicato a questa espressione artistica.
Anche il lavoro di Mario Sillani Djerrahian documenta i protagonisti della grande arte, con una serie di reportage eseguiti alla Biennale di Venezia. Nelle sue istantanee c’è sempre uno sguardo concettuale, talvolta espresso avvicinando alle figure elementi architettonici in primo piano o puntando più sull’asimmetria che sulla centralità dello scatto fotografico. Le sue fotografie illuminano così una sorta di dietro le quinte della grande kermesse veneziana, frequentata dai protagonisti di quegli anni di potente neoavanguardia, delle grandi contestazioni che avevano l’obiettivo di modificare statuti, modalità, finalità del fare arte. Dietro quello che potrebbe apparire un semplice reportage, alla ricerca dei volti dei grandi attori della scena artistica contemporanea (da Vedova a Beuys, da Marina Abramovic a Mario Merz), si scorge così lo sguardo critico di un artista concettuale che, proprio a partire da quegli anni, ha impostato la sua ricerca sui limiti e le modalità del mezzo fotografico.