In occasione della grande mostra Depero new Depero al Mart, la Casa d’Arte Futurista Depero ospita una mostra nel solco della tradizione con opere storiche provenienti da collezioni pubbliche e private. Al centro la figura del “Mago” e la sua idea della “Casa d’arte”.
A cura del roveretano Maurizio Scudiero, grande studioso della figura di Fortunato Depero, la mostra evoca il clima creativo della Casa d’Arte Futurista di Rovereto e della Depero’s Futurist House di New York.
La prima, fondata dall’artista nel 1919, fu il centro di produzione di innumerevoli tarsie di stoffe colorate – più noti come “arazzi” – ma anche di cartelli pubblicitari, mobili e suppellettili varie ideate per decorare la nuova officina.
Si realizza così il sogno di “portare l’Arte nella vita” e di “fare della strada una galleria”.
La seconda risale agli anni dell’avventura newyorkese. Nella grande metropoli Depero dipinse poco ma realizzò ambientazioni per ristoranti, soluzioni sceniche e costumi per il Roxy Theatre, centinaia di bozzetti pubblicitari e illustrazioni per le più popolari riviste di moda e grafica.
La mostra ripercorre un decennio di creatività tra i più significativi e turbolenti per Depero, quello che va dal 1920 al 1930: è questo il periodo in cui l’artista abbraccia le nuove teorie dell’arte meccanica futurista. Oltre ai numerosi esempi di arte applicata, l’esposizione presenta alcuni importanti dipinti eseguiti nello stesso decennio.
Nel 1921 a Palazzo Cova di Milano (oggi le Gallerie d’Italia) Depero presenta i prodotti della sua nuova impresa ed è subito evidente che la sua produzione è, e sarà, di carattere artigianale. Questa scelta cosciente e fortemente voluta potrebbe essergli stata suggerita anche dalla lettura del manifesto del Bauhaus del 1919 che invitava: “architetti, scultori, pittori, noi tutti dobbiamo tornare all’artigianato!”
Nel 1925 l’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi consacra definitivamente il cosiddetto stile Art Déco. Depero partecipa con una gran quantità di stoffe ed espone oggetti in legno, giocattoli e soprammobili, oltre che vari esempi delle coloratissime pubblicità realizzate con la tecnica del collage.
Tra il 1924 e il 1928 l’artista si dedica con passione alla pubblicità e alla comunicazione: collabora con numerose grandi marchi dell’epoca, come Verzocchi (mattoni refrattari), Richard Ginori (ceramiche), Alberti (Liquore Strega), Bianchi
(biciclette), Linoleum (pavimenti), Pathé (Cinema)‚ Schering (farmaceutica), Presbitero (matite colorate), Rim (digestivo), Rimmel (cosmetici).
Ma è soprattutto con la ditta milanese produttrice dei famosi Bitter e Cordial Campari che Depero intrattiene uno stretto sodalizio, che va dalla seconda metà degli anni Venti all’inizio dei Trenta. Per Campari Depero realizza anche Squisito al Selz, che definì “quadro pubblicitario, non cartello”.
Non solo grafica pubblicitaria: Depero è riconosciuto come uno dei più significativi protodesigner. Tra i più celebri design di prodotto di quegli anni spicca la fortunata e iconica bottiglietta del Bitter.
1928. Unico futurista a vivere pienamente l’esperienza della grande metropoli nordamericana Depero parte per New York. E i suoi lavori, di grafica o illustrazione, vengono pubblicati su Vogue, Vanity Fair, Sparks, The New Yorker, ma anche su le più diffuse riviste di grafica e letteratura.
Per Depero New York è “la pubblicità”. Ai suoi occhi la Grande Mela è un immenso, luminoso e rutilante manifesto pubblicitari.