DEPERO NEW DEPERO

Pubblicato il Di in Eventi

A quasi vent’anni dall’inaugurazione del Mart di Rovereto una grande esposizione dedicata a Fortunato Depero esplora l’attualità delle sue sperimentazioni e le influenze delle sue ricerche negli ambiti dell’arte, della moda, del design con particolare attenzione agli anni Ottanta e Novanta.

In mostra circa 500 lavori tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, fotografie, libri e riviste; una decina di video e film realizzati negli ultimi 20 anni; fumetti e oggetti di design, oltre ai celebri prodotti Campari.

Quando vivrò di quello che ho pensato ieri, comincerò ad aver paura di chi mi copia

Fortunato Depero

Senza Fortunato Depero il Mart di Rovereto non esisterebbe.

Nato in Trentino nel 1892, alla sua morte, nel 1960, lasciò al Comune di Rovereto l’unico museo futurista italiano e il suo archivio personale, comprensivo di circa 3000 oggetti, tra cui buona parte della sua produzione artistica, carte, materiali e una ricca biblioteca.

Questa inestimabile eredità restituisce la figura di un artista poliedrico impegnato su vari fronti e ambiti di sperimentazione, dalla pittura ai complessi plastici motorumoristi, dalla grafica al teatro, dalla poesia alla comunicazione, dalla lirica ai progetti editoriali.

Un creativo alla ricerca dell’arte totale, fermamente convinto che tra un linguaggio e l’altro non esistessero gerarchie.

Nel periodo propedeutico all’apertura del polo culturale di Rovereto la figura di Depero è centrale e orienta le scelte espositive di Gabriella Belli, prima direttrice del Mart, che nel costituire le Collezioni museali e presentare il programma espositivo parte proprio da Depero, il personaggio più rappresentativo di Rovereto con un proprio museo permanente.

Da allora tanto nel museo realizzato da Botta quanto nella Casa d’Arte Fortunato Depero – entrata a far parte del polo museale nel 2009 in occasione del centenario del Futurismo – il Mart programma mostre, espone opere e materiali, propone laboratori per il pubblico di tutte le età e le scolaresche, organizza visite e percorsi tematici fuori e dentro i musei.

E progetta. Programma. Investe.

Negli anni il Mart ha dato seguito alle idee di Depero, trasformando il suo lascito in un patrimonio in divenire.

Ha investito sull’acquisto di decine di opere e di numerosi archivi, su restauri (tra i più recenti quelli dei famosi “arazzi” normalmente esposti a Casa Depero) e ricostruzioni di costumi, mobili, oggetti, scenografie come quelle, celeberrime, de i Balli Plastici e de Le chant du rossignol.

Restauri, interventi di manutenzione e rifacimenti costituiscono un’operazione di ricomposizione filologica che ha permesso di colmare deprecabili lacune.

Grazie all’accurata politica di prestiti e relazioni istituzionali portata avanti dal museo, l’opera di Depero è presente nelle mostre internazionali, nei convegni più prestigiosi, nei volumi più noti. Ma anche nei progetti di ricerca dell’Archivio del ’900, nelle mostre di approfondimento realizzate organizzate presso la Casa Depero e nelle proposte didattiche e formative dell’Area educazione del Mart.

Dal 21 ottobre 2021, la grande mostra Depero New Depero per la prima volta rende conto di questa storia. Una storia che rappresenta più di un capitolo della più ampia storia del Mart. Una storia che spazia, come avrebbe voluto Depero stesso, dall’arte all’editoria, dal teatro al design, dal fumetto al cinema.

Il museo rappresenta se stesso, a partire dal proprio patrimonio e dalla propria attività di ricerca, formazione, educazione ed esposizione.

Ph. Mart

Sono esposti per la prima volta circa 200 volumi pubblicati dal Mart,le opere in buxus appena restaurate, le ricostruzioni storiche, gli oggetti e i mobili di quegli artisti, designer, illustratori ed editori che a Depero si sono ispirati.

La mostra si sofferma sulla figura di Depero come influencer.

Dopo la morte, la sua opera ha profondamente influenzato architetti e designer come Ettore Sottsass e Alessandro Mendini,a cui non a caso il Mart ha dedicato importanti esposizioni, nonché i “nuovi futuristi” come Nespolo, Lodola, Postal, Innocente, Abate e Plumcake, di cui il museo ha acquistato alcune opere.

Ph. Mart

L’esposizione di oggetti ricostruiti – scenografie, costumi, mobili, marionette –  danno conto di un’attività museologica singolare, portata avanti in particolare negli anni Novanta, e suggeriscono un dibattito critico sul ruolo del museo, sulle attività di studio, ricerca e conservazione dell’arte contemporanea e delle cosiddette arti applicate.

L’allestimento della mostra, a cura dello studio Baldessari e Baldessari, esalta il dialogo ideale tra Depero e il Mart mettendo in relazione l’artista con l’architettura che lo accoglie. Il visitatore idealmente si perde, immerso in un display fortemente scenografico che incanta. I volumi geometrici dei lucernai disegnati da Mario Botta diventano “impronte” i cui colori sono ricavati dai pantoni di alcune opere deperiane; ne deriva un gioco optical in cui negativo e positivo – concavo e convesso si confondono. Sotto un soffitto che vuole essere un arazzo contemporaneo, lo scenografico percorso si snoda tra 6 sezioni: Introduzione, Ricostruzioni, Effetto Depero, America, Museo, Conservazione/Educazione.

Ph. Mart

La mostra è curata da Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero che, nello stesso periodo, ospiterà una mostra nel solco della tradizione curata da Maurizio Scudiero.