In occasione del suo Ventennale, partito a maggio scorso con il programma di eventi 20MCZ, il Museo Carlo Zauli approda a Bologna con la mostra Mutaforma. Mutazioni ceramiche del codice CZ, a cura del Collettivo NN, dal 24 settembre al 30 ottobre 2022 negli spazi dell’Associazione Alchemilla. Tra l3 artist3 in mostra: Carlo Zauli, Salvatore Arancio, Pierpaolo Campanini, David Casini, T-Yong Chung, Giulia Dal Monte & Isabela Benavides, Alberto Garutti, Eva Marisaldi, Mathieu Mercier, Jonathan Monk, Ornaghi&Prestinari, Italo Zuffi, Sisley Xhafa, Shafei Xia.
Il Museo Carlo Zauli, nato a Faenza pochi mesi dopo la scomparsa del grande ceramista scultore – tra i più importanti del Novecento – all’interno degli spazi del suo studio-atelier, è considerato ormai in ambito internazionale un centro nevralgico per la ceramica contemporanea e per l’approfondimento del percorso artistico del Maestro, attivando parallelamente, dal 2003, percorsi di residenza per permettere ad artistɜ contemporaneɜ di sperimentare con il medium ceramico, spesso per la prima volta. Con questa mostra bolognese, il Collettivo NN intende portare nuove riflessioni su Carlo Zauli e sulla ceramica contemporanea, partendo dal concetto di metamorfosi, qui intesa come principio di vita e di relazione che attraversa e lega ogni forma vivente in un tutto organico.
L’esposizione restituisce l’ibridazione tra la componente ereditaria di Zauli e la cultura ceramica di Faenza in quanto tradizione di una forma d’arte tra le prime espressioni artistiche dell’essere umano. Questa eredità culturale diventa un’eredità genetica, che nel corso dei vent’anni di residenze è stata assorbita e rielaborata dallɜ artistɜ che hanno abitato gli spazi del museo. È in questo modo che il DNA dell’opera di Zauli ha subito una mutazione. Gli agenti mutanti sono le poetiche, i processi personali e le influenze che lɜ artistɜ hanno portato nei laboratori del museo, generando forme ceramiche alla luce di una voce contemporanea e delle sue nuove istanze. La mutazione è dunque intesa come un atto creativo, un punto di osservazione che mette in luce i punti di continuità con l’eredità di Zauli, e allo stesso tempo i punti di discontinuità necessari per innescare nuovi processi evolutivi.
L’allestimento sarà volutamente ideato e realizzato in dialogo con gli storici spazi del cinquecentesco Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla, nei quali le opere comunicheranno e avranno rispondenze con gli ambienti intrisi di intima percezione e memoria. Gli spazi ospiteranno inoltre incontri mirati ad approfondire il lavoro dell’ artistɜ e a creare suggestioni attorno al tema delle residenze come laboratori di trasmissione e rigenerazione di un’eredità artistica.