La riedizione del divano Le Mura di Mario Bellini by Tacchini

Pubblicato il Di in Pezzi Storici

Tacchini prosegue il suo percorso di riscoperta e valorizzazione dei grandi classici del design, progetti estranei a qualsiasi logica di mode e tendenze, ma talmente potenti da determinare naturalmente uno stile. Così nel 2022 in occasione della Design Week milanese, l’azienda ha riportato in scena un prodotto intramontabile, il cui disegno originale fu firmato da Mario Bellini nel 1972: il divano modulare Le Mura.

Le Mura, è uno di quei divani che ha saputo contemporaneamente farsi simbolo di un’epoca e allo stesso tempo trascenderla. La forza del progetto, ispirato alle cinte murarie dell’antichità, conserva tutta la modernità di un segno fortemente personale unito a un pensiero razionale e di grande versatilità.
Gli elementi di seduta sono infatti modulari e permettono mille combinazioni, adattabili a spazi e ambienti differenti. In occasione dei cinquant’anni, Tacchini riedita quest’icona del design nel rispetto dell’originale, esaltandone le caratteristiche di resistenza e comfort grazie a nuovi materiali e a rivestimenti in grado di esaltarne la statuaria bellezza.

A cinquant’anni dalla realizzazione dell’originale, la riedizione di Le Mura non vuole soltanto riportare sul mercato un disegno d’archivio dall’estetica senza tempo, ma ne propone una rivisitazione fatta a quattro mani con il Maestro, un progetto di una forza inesauribile, un manifesto radicale che afferma che il design non è solo una proposta estetica e un gioco di proporzioni, ma rivela un contenuto sociale.


Prendendo ispirazione dalle mura di cinta che circondavano le antiche città, composte di grossi massi squadrati, si rivela già dal nome il carattere di Le Mura, un divano formato da moduli sagomati componibili in infinite configurazioni. Un design che ha nella modularità uno dei concetti formali e funzionali più alti, gli elementi di seduta infatti si accostano in un processo teoricamente infinito, senza mai perdere la sua cifra stilistica.


Mantenendo intatta l’estetica originale, Tacchini ha adattato i disegni alla tecnologia manifatturiera odierna, avvalendosi di tecniche produttive di ultima generazione: l’intervento principale è l’utilizzo di materiali performativi e contemporanei, che hanno migliorato il comfort della seduta, rendendola particolarmente accogliente. Esaltando la vocazione alla comodità, già intuita nel disegno morbido, il divano diventa un cult contemporaneo grazie a piccoli ma significativi dettagli, come le fibbie e le cerniere a vista in rame e nichel.


Nel complesso, il design che ne risulta è libero da costrizioni temporali, costantemente attuale e altamente adattabile agli ambienti domestici più diversi. Questo approccio alla disciplina non è una novità per Bellini, che da sempre rivendica una visione radicale del ruolo del design nella definizione degli spazi e delle funzioni. Paragonando gli arredi agli elementi architettonici che definiscono l’ambito urbano come una continua linea di assemblaggio di funzioni, Bellini concepisce il design come un ecosistema di significati che rispondono con soluzioni efficienti alle necessità dell’abitare, supportando la componente umana e relazionale di cui gli oggetti si fanno portatori. Secondo questa logica, la cultura dell’abitare non deve fondare le sue basi sulle logiche effimere dei trend, ma diventa voce del valore collettivo della progettazione.


La riedizione di questo iconico grande classico viene presentata da Tacchini nel pieno rispetto di alcuni dei temi fondamentali di cui l’azienda da anni si fa portavoce con le sue proposte di design e di arredamento contemporaneo, come la ricerca di un’estetica senza tempo e lavorazioni innovative e all’avanguardia che rispettino una produzione attenta all’ambiente. L’animo del marchio ritrova infatti la sua storicità strettamente connessa con la valorizzazione dei grandi classici, mantenendo l’integrità dei progetti, ma adattando i disegni originali alla produzione odierna, rinnovando i prodotti nei materiali
e nelle tecniche produttive per renderli un esempio di manifattura artigianale, sostenibile
e all’avanguardia con le tecniche del presente.