Empathic. Discovering a Glass Legacy

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Empathic come l’innata capacità di generare coinvolgimento, immedesimazione, partecipazione.
Luca Nichetto — curatore del quarto progetto espositivo in programma dal 11 settembre 2021 al 10 aprile
2022 nelle sale di InGalleria, l’Art Gallery di Punta Conterie a Murano — affida ad un aggettivo la descrizione
di una mostra che fa leva sul potere attrattivo della materia, della forma.
Empathic. Discovering a Glass Legacy, questo il titolo completo del progetto, porta in mostra installazioni
e pezzi in edizione limitata realizzati da Ini Archibong, Noé Duchaufour-Lawrance, GamFratesi, Benjamin
Hubert, Richard Hutten, Elena Salmistraro e Marc Thorpe invitati dal curatore — presente lui stesso con
un’installazione — a confrontarsi con il vetro di Murano in maniera libera da schemi e costrizioni seriali.

Nessun brief, nessun vincolo se non quello di ideare, progettare e sperimentare in maniera empatica con la
materia vetrosa nelle sue molteplici forme: soffiata, a canne, colata…
Empathic. Discovering a Glass Legacy disegna così un percorso tra forme archetipe, totem, oggetti in
grado di stabilire un dialogo con lo spettatore attraverso i codici dell’emozione, della percezione e in alcuni casi
del ricordo.
Prodotti da InGalleria Art Gallery sotto la direzione di Alessandro Vecchiato con il coinvolgimento
delle migliori vetrerie di Murano ognuna specializzata in una determinata tecnica di lavorazione del vetro, le
installazioni e le edizioni presenti in mostra fotografano lo straordinario potenziale artistico del dialogo tra
maestro e designer entrando in qualche modo nel vivo della vocazione di Murano: la produzione.
Abilità esecutive da un lato, creatività pura dall’altro. Una combinazione alchemica in grado di stimolare
le sfere della ricerca, della sperimentazione, della scoperta o riscoperta di un’eredità del mondo del vetro.
Non a caso, “discovering a glass legacy”.
In quest’area di indagine e di sconfinamento, di ispirazioni eclettiche e compromessi con la materia hanno
preso corpo lavori multiformi come da desiderio di Vecchiato che nell’introduzione al catalogo della mostra
scrive: “Chiedendo a Luca Nichetto di ideare e curare questa mostra, ho avuto voglia di vedere che cosa sarebbe
successo se tutti ci fossimo messi in gioco sperimentando, scompaginando la grammatica delle forme, delle
tecniche, dell’ingegno di ciascuno per giungere a risultati inediti”.


I risultati non si sono fatti attendere con risposte lontane da schemi convenzionali.
Se Ini Archibong, designer statunitense di origini nigeriane, sceglie di trasferire la fascinazione per le
tradizionali maschere di legno africane nell’installazione Africa di forte espressività cromatica e formale,
Noé Duchaufour-Lawrance trova nella sensibilità e nelle tonalità polverose della serie fotografica «Down by
the water» della fotografa Lucie Jean focalizzata su una piccola isola della Laguna di Venezia chiamata Madonna
del Monte l’ispirazione per una serie di omonimi arredi / scultura dalla dimensioni contenute.
GamFratesi guardano alla laguna di Venezia, alle fondamenta dell’intera città e al mondo del vetro per
Palafit, un piccolo paesaggio composto da differenti grandi forme in vetro soffiato adagiate su sezioni di legno
ricavato dalle “bricole”, i tradizionali pali che disegnano i percorsi acquei attraverso la laguna.
La materia, nella sua duttilità e versatilità è il motore della ricerca di Benjamin Hubert che osserva le
abilità esecutive dei maestri vetrai muranesi per disegnare Granule, serie di oggetti in cui gradienti cromatici
scandiscono le differenti forme e consistenze del vetro: liscio, satinato, fuso, in graniglia….
Sperimenta con le sovrapposizioni di colore in purezza Richard Hutten, designer che ha fatto dell’ironia,
della positività, del gioco una matrice di progetto. La verticalità del totem Layered diventa cosi un inno di gioia
alla vita: stratificata, variegata, intensa.
Luca Nichetto, che il vetro e Murano li ha nel DNA, gioca con la tradizione riprendendo i miti dell’infanzia
— Goldrake su tutti — per dare vita a Mecha, tre piccoli moderni robot di vetro coloratissimo evocativi di icone
inossidabili e armature scintillanti. È l’essenza delle antitesi, la meraviglia della creatività.

Femminile, flessuoso, colorato lo specchio di Elena Salmistraro si ispira al movimento sinuoso delle serpi
delle Gorgoni. Grande, quasi fuori misura, forte, imponente, ricco, iconico. Lo specchio che esalta la bellezza
riflessa e pietrifica lo spettatore. Medusa è un inventario delle antiche tecniche e lavorazioni dello specchio
Muranese ma in chiave contemporanea ed esuberante.
Marc Thorpe, infine, riversa le sfumature e i bagliori della laguna Veneta in una collezione di oggetti
in vetro soffiato — alcuni panciuti, altri slanciati — che per tecnica e soluzioni formali sembrano fluttuare
nell’etere. La Famiglia il suo nome.
Una moltitudine espressiva che Luca Nichetto sintetizza con queste parole: “ritengo che la bellezza di
Empathic non possa essere espressa da un singolo pezzo, bensì dal fatto che il processo di creazione abbia
avuto come unico intento quello di supportare il vetro di Murano. E mi piace pensare che anche noi facciamo
parte di una ricca tradizione di designer che negli anni ha lavorato con il vetro di Murano – quali Carlo Scarpa,
Ettore Sottsass, senza dimenticare artisti più contemporanei come Jeff Koons…”
Empathic. Discovering a Glass Legacy è corredata da un catalogo a cura di Designwork.