BOATTOMARTINO STUDIO è il team creativo composto da Maddalena Boatto, architetto e Manuel Martino, product designer.
Lo studio ha partecipato lo scorso ottobre a Edit Napoli dove ha presentato il progetto Suoli, una collezione frutto di un percorso di sperimentazione nato dal desiderio di far rivivere i colori della propria terra d’origine, ossia l’entroterra Veneto.
A contraddistinguere i progetti sono le infinite sfumature espressive rese utilizzando gli sfridi del marmo, materiale naturale dalle mille espressioni. Suoli significa forme squadrate e irregolari come un susseguirsi di campi coltivati con linee, macchie e fori frutto del lavoro paziente dell’uomo che li coltiva. Una collezione che ci parla di terra, di origini, d’infanzia: di gesti semplici e laboriosi.
Ma a spiccare e ad essere presentati in anteprima nella recente edizione di Edit Napoli sono stati due nuovi prodotti della collezione: Cavanella, un coffee table quadrato che accosta differenti tipologie di marmo e Ca’ Longa, tavolino rettangolare asimmetrico che combina anche questo caso diverse tipologie di pietre e marmi. Nello specifico Cavanella unisce tramite incollaggio il marmo Travertino Noce spazzolato opaco, il marmo Giallo Reale spazzolato opaco e fresato e il marmo Stalattite. Mentre Ca’ Longa combina la pietra Santa Fiora spazzolata opaca e fresata, il marmo Giallo Reale spazzolato opaco con la pietra Santa Fiora spazzolata opaca e acidata.
Per conoscere meglio i lavori e l’approccio progettuale dello studio con base a Milano abbiamo incontrato i designer.
- Quali sono le principali ispirazioni per i vostri progetti?
Non abbiamo una direzione sempre univoca. Ogni progetto prende ispirazione da mondi diversi, in base anche alle esperienze che viviamo nel momento in cui dobbiamo iniziare a pensare qualcosa di nuovo. Sicuramente amiamo contaminarci di visioni che esulano dal mondo del design, favorendo impulsi che possono derivare dai campi più disparati, dalla moda alla fotografia, dall’arte alla natura, per fare qualche esempio. Cerchiamo però di incanalare input con un percorso interpretativo che ha come fine la creazione di un prodotto, rispettando sempre la visione aziendale abbinata alla nostra sensibilità progettuale.
- Come nasce il progetto Suoli?
Da qualche tempo sentivamo il desiderio di indagare qualcosa che appartenesse profondamente a noi stessi, alle nostre origini, ai materiali a noi familiari. Ripensando alla nostra infanzia, ci interessava particolarmente ristabilire i ricordi dei tempi passati, in cui osservavamo le distese dei campi vicino ai nostri paesi veneti, per reinterpretarli con qualcosa che potesse rivivere quei colori e quelle superfici. È venuto naturale pensare a una collezione di tavolini in cui ciascun top parlasse di suolo, di terre arate e irregolari.
- Materiale ricorrente nelle collezioni presentate ad Edit Napoli è il marmo: com’è stato lavorare e progettare con questo materiale?
Il marmo è un materiale con cui abbiamo da sempre grande confidenza. Molti nostri prodotti prevedono il suo utilizzo e spesso ci è capitato di inserirlo anche come rivestimento per i nostri progetti di interni. In questo caso, però, lo abbiamo lavorato in maniera quasi viscerale, selezionando gli sfridi che potessero dialogare con la terra, acidandoli, fresandoli, spazzolandoli, per dare loro una funzione materica molto accentuata. Anche le colorazioni che abbiamo scelto non sono casuali o solo un gesto estetico, ma cercano di avvicinare il materiale ai toni dei suoli.
- Siete reduci dall’ultima edizione di Edit Napoli, cosa vi ha colpito di questo evento?
L’atmosfera che si respira ad Edit Napoli è certamente affascinante e stimolante: il contesto dell’archivio di Stato, nuova location per questa ultima edizione, abbinato alla sperimentazione delle aziende che vi hanno partecipato, ci hanno dato spunti di riflessione interessanti e una nuova carica creativa. Ci ha molto colpito il criterio di selezione dell’esposizione, perché in generale, ci è parsa una vetrina che distingue realtà accurate, linguaggi sperimentali, prodotti che narrano una storia.