Fino al 21 luglio 2023, Divario, contenitore d’arte sui generis di Roma, presenta “Follia sacra”, la prima mostra personale di Leonardo Magrelli (Roma, 1989), giovane artista romano che ha fatto della fotografia il suo mezzo d’espressione, sostituendo gli strumenti tipici del pittore con le tecniche di post-produzione digitale.
Attraverso un approccio aperto alla manipolazione e alla riconversione delle immagini, Leonardo Magrelli esplora la natura ambigua della realtà stessa, distorcendo, falsificando e trasformando la testimonianza visiva. Omettendo uno o più elementi fondamentali alla comprensione dei fatti rappresentati, l’artista crea una sorta di distorsione cognitiva, un vero e proprio senso di spaesamento che sottopone la storia alla libera interpretazione del pubblico.
Le mostra si compone di tredici opere, undici stampe lenticolari e due totem, che traggono ispirazione da un evento che si svolge ogni anno nel comune di San Severo, in provincia di Foggia: la festa per la Madonna del Soccorso, patrona della città.
I festeggiamenti sono caratterizzati da un serie di processioni, ma il lato più profano della festa vede come assoluti protagonisti dei peculiari fuochi d’artificio a terra, chiamati “batterie”, che vengono incendiati a catena negli oltre venti rioni, al passaggio dei cortei.
L’artista si è concentrato su uno dei numerosi video dell’evento, facilmente reperibili online e girati con il cellulare. I partecipanti in preda ad una follia sacra scappano in ogni direzione e si rincorrono in mezzo alle potenti esplosioni che simbolicamente rappresentano il male e la fuga da esso.
Tagliati, ingranditi, fusi insieme, privi di qualsiasi contestualizzazione e lontani dai rumori pirotecnici, i fotogrammi rivelano una nuova dimensione estetica in grado di evocare differenti significati storici e antropologici. Potrebbe sembrare di osservare, ad esempio, dei fedeli intenti a pregare, un manipolo di uomini alle prese con una battuta di caccia, un gruppo di incappucciati immersi nella celebrazione di un rituale antico, un plotone di soldati in guerra o addirittura un gruppo di ultras sfrenati.
Leonardo Magrelli forza il visitatore verso la creazione della propria realtà soggettiva, non necessariamente corrispondente all’evidenza, sviluppata sulla base dell’interpretazione delle informazioni in suo possesso, anche se non logicamente o semanticamente collegate tra loro, che alla fine ci conduce a una mancanza di oggettività di giudizio o, molto più semplicemente, a un errore di valutazione.