“E’ molto vietato muovere l’originale durante l’esposizione, altrimenti non viene riprodotto esattamente. Ma qui lo sperimentatore si domanda: e che cosa succede se io muovo questo originale sulla lastra di vetro?”
Bruno Munari, xerografie originali (Corraini, 2007)
Bruno Munari reinterpreta la storia di Cappuccetto Rosso e lo trasforma prima in un Cappuccetto Verde, poi in un Cappuccetto Giallo e infine in un Cappuccetto Bianco. Tre favole – le prime due pubblicate per la prima volta nel 1972 nella storica collana Einaudi “Tantiba
mbini”, l’ultima nel 1981 sempre per Einaudi – in cui Bruno Munari gioca con la fiaba tradizionale e ne allarga gli orizzonti, creando personaggi e storie nuove.
Il 30 novembre alle 18.30 presso Spazio Munari inaugura la mostra dedicata a Cappuccetto Giallo e al processo creativo dietro l’invenzione di questa favola, con materiali inediti e disegni originali. In occasione dell’apertura della mostra ci sarà una visita guidata a cura di Pietro Corraini e Gabriella Zalapi, pittrice e scrittrice.
Mescolando favola, arte e sperimentazione, Munari “disegna” questa storia utilizzando la tecnica della xerografia per dare l’idea del movimento delle macchine e del traffico intenso di una grande città. Sfogliando il libro seguiamo il viaggio di Cappuccetto Giallo verso la casa della nonna: la bambina sa che deve stare attenta ad attraversare la strada e che il traffico della città è pericoloso come il bosco, ma ha un piano!
Quando il lupo la invita a salire con lui in macchina chiede l’aiuto dei suoi amici canarini che fanno un ingorgo e una gran confusione.
In questo libro Munari crea immagini con la xerografia, e realizza elaborazioni grafiche che alludono al movimento “azzardato” di un’immagine mossa sul vetro di una macchina fotocopiatrice. Una tecnica – che stava in quegli stessi anni sperimentando con le sue xerografie originali – che diventa una componente essenziale del libro nonché della ricerca artistica di Bruno Munari, un atto rivoluzionario e un invito a essere liberi appropriandosi di tecniche e strumenti in modo innovativo e originale.
Presso Spazio Munari saranno esposti per la prima volta al pubblico opere e disegni originali della collezione personale dei nipoti dell’artista Bruno Munari e Valeria Munari Cattin, – che con Corraini collaborano alle attività dello Spazio – dai primi esperimenti di Munari con le xerografie negli anni Sessanta fino alle immagini che hanno dato vita a Cappuccetto Giallo, con numerosi esempi che ci mostrano il processo creativo dietro la realizzazione del libro.
Per Bruno Munari la xerografia originale è il prodotto di un’immagine mossa sul vetro di esposizione della copiatrice, che riproduce quindi sia l’immagine sia il suo movimento. Non si tratta perciò di comuni copie, bensì di originali ottenuti con un procedimento che sfrutta tutte le possibilità della copiatrice, “intesa come strumento per produrre immagini oltre che per riprodurle”. Ogni elemento del processo di copiatura utilizzato nelle macchine allora a disposizione, dai limiti di lettura dello strumento alla densità del toner, viene analizzato e sperimentato sistematicamente da Munari nelle sue possibilità e in ogni suo aspetto. Il risultato è una serie di campioni (“copie”?) che, in linea con il suo metodo di ricerca rigoroso e creativo allo stesso tempo, non sono mai finalizzati a uno scopo determinato, ma hanno anzi come obiettivo quello di ottenere il massimo dei dati per poter rappresentare tutte o quasi le possibilità della macchina, anche impreviste e inaspettate.