La mostra fa riferimento alle ricerche di Ugo La Pietra sul rapporto individuo/ambiente e in particolare lo spazio collettivo urbano. Fin dalla fine degli anni Sessanta, La Pietra ha indagato il territorio urbano, espressione formalizzata delle contraddizioni della vita sociale. Dalle periferie (Gradi di Libertà, Recupero e Reinvenzione) alle attrezzature urbane, segni che sottolineano molto bene la differenza tra abitare domestico e abitare urbano.
Le “Attrezzature Urbane” analizzate dall’autore sono espressione emblematica dei problemi che affliggono la nostra società: dalla mancanza di un progetto culturale alla progettazione di uno spazio collettivo abitabile.
La mostra si sviluppa attraverso una serie di opere bidimensionali, arredi, oggetti tridimensionali, filmati, un’urna per la votazione, schede per il pubblico.
“Partendo da piccole cose, da piccoli oggetti, apparentemente insignificanti o comunque trascurati come quelli che affollano i nostri spazi urbani, La Pietra mette il dito nelle tante piaghe dell’idea di cittadinanza” afferma il Presidente di ADI – Associazione per il Disegno Industriale Luciano Galimberti. “Le città sono in una competizione ormai planetaria, per attrarre flussi di cittadini in maniera più o meno stabile, chi per lavoro, chi per studio, chi alla ricerca delle mille luci della città, chi inesorabilmente escluso o peggio espulso perché inadeguato o fragile”.
Le sezioni della mostra sono: Analisi – Abitare è essere ovunque a casa propria “Riconversione progettuale” (1979), Decodificazione – Lettura delle contraddizioni urbane e abitiative “La città senza morale” (2000), Metaprogetti – Attrezzature urbane per la collettività “Per arredare e abitare la città” (2000), Referendum – Il miglior dissuasore “Vota il miglior dissuasore per la città di Milano” (2023), Luoghi di decompressione – Attrezzature urbane per la collettività “Recupero valori ambientali” (2023), Gazebi (2023).
“Oggi, in mancanza di progetto e non riuscendo a trasformare le nostre città, potrebbe venirci incontro ciò che da tempo vado pensando e progettando: i luoghi di decompressione. Si dovrebbero realizzare sempre più numerosi spazi pensati come momenti di sospensione, rispetto al “troppo” che caratterizza le città: troppo rumore, troppo traffico, troppe presenze di persone, troppo inquinamento atmosferico…” dichiara Ugo La Pietra.
In occasione della mostra verrà pubblicato un volume, edito da Manfredi edizioni, con contributi critici di Marco Meneguzzo e Luca Molinari e con l’introduzione di Luciano Galimberti, Presidente di ADI. La mostra e pubblicazione sono a cura dell’Archivio Ugo La Pietra.