Un’oasi di pace non sempre è un luogo lontano dall’abitato, potendo nascervi al centro, come un cuore protetto da organi “petrosi” e monumentali. Casa Ostuni è proprio così, un nido al primo piano ( la cosiddetta “soprana” ) in un palazzo carico di storia con tanto di stemma gentilizio, un appartamento di 120 metri quadri su un unico livello incastonato in un vicolo che riflette al suo interno l’anima lucente della famosa città bianca nel tacco d’Italia. Gli interni, composti da un ingresso soggiorno, living, sala da pranzo, cucina, camera da letto e bagno, richiamano i fasti cinquecenteschi prima dell’arrivo dei duchi Zevallos, quando Ostuni era città regia e godeva di grande floridezza economica.
Portali e porte sono le tracce parlanti di questo passato, scolpito nel bugnato, nelle cornici a rilievo, nei fregi che abbelliscono e rivelano l’alto lignaggio delle famiglie che l’hanno popolata. L’habitat è perfetto per un relax a poca distanza dal mare e nel 2018 viene acquistato da una coppia di liberi professionisti pugliesi, da tempo alla ricerca di un contesto vacanziero raffinato e appartato. Lo Studio di progettazione Francesco Marrone compie qui un’opera di leggero restyling, volendo affidarsi alla magniloquenza dell’architettura portante e al già ottimale stato dell’arte.
Varcata la soglia dopo un’alzata di pochi scalini di pietra di Ostuni, si apre un vano di grande respiro, con volte a stella che trasformano lo spazio in una sorta di nicchia abitabile, un luogo adatto al transito come alla sosta, magari su una dormeuse di DRIADE. La carta da parati Wall&decò scelta dallo Studio tarantino ha un pattern grafico che rimanda alle decorazioni murali e una tonalità nero antracite da cui affiorano, nella loro tridimensionalità, le modanature neoclassiche che incorniciano la porta di accesso al living. L’illuminazione è artificiale di FLOS e si declina come chandelier, piantana e applique.
Nella sala viene data enfasi al dialogo tra antico e contemporaneo attraverso una composizione giocosa della palette e delle diverse forme dei complementi d’arredo. Il divano in pelle Chester Moon di BAXTER disegnato da Paola Navone è abbinato a un’icona del design italiano degli anni cinquanta, Lady di Marco Zanuso per CASSINA nella sua versione a scacchi. La zona conversazione si completa di due pouf letto Yaki firmati CAMPEGGI in turchese. Il risultato è un’atmosfera sofisticata, per quanto cucita in modo minimale, in linea con l’aristocratica origine degli ambienti. Il racconto di interior è fatto di dettagli e prospettive, così ci ha abituati lo Studio Marrone, di incastri tra elementi di forte identità. Arte e artigianato sono dappertutto, plasmano lo spazio, definiscono i volumi sottolineati da un’unica via di sole, la finestra che si orienta verso l’Adriatico.
Tutta la casa, in realtà, guarda verso un solo lato, la costa che risale fino a Monopoli, e più sù a intercettare Polignano a mare. Le sommità di cui gode Ostuni regala alla vista un panorama mozzafiato, un viaggio che deve necessariamente trovare una sponda di uguale eccellenza anche nell’abitare. Ogni pezzo lo dimostra, dalla madia di PORRO al tappeto color vinaccia della svedese KASTHALL. Basta attraversare la porta verso la sala pranzo per accorgersi del concept seduttivo scelto per la dimora, con materiali e forme a celebrare l’importanza di pareti e soffitti, perfino della pietra leccese bianco avorio del pavimento che il precedente proprietario ha voluto come unica pelle. Un elemento di continuità che facilita il lavoro di Marrone e del suo staff, libero di osare dando nuovo impulso agli ambienti.
La dining room è anche il nervo centrale della casa, un ambito arioso con i soffitti a volte che si scaricano su pilastri decorati e inglobati agli angoli della stanza. Il lungo tavolo di marmo con gambe in ottone, realizzato su disegno dell’architetto, si contende la scena con l’arco che introduce alla cucina, su misura e illuminata con FLOS, ed è sormontato da una cornice maestosa, finemente intagliata nel calcare e recante uno stemma nobiliare coronato. Le sedute sono di KNOLL mentre il lampadario è della collezione Gino Sarfatti, sempre FLOS.
La porta finestra sfocia su un piccolo balcone raggiunto dalla brezza marina e dai profumi della vite americana arrampicata sulle altane nel borgo. Il prezioso cannocchiale sul mondo allunga la vista oltre la balaustra settecentesca e per goderla a lungo Francesco Marrone crea un piccolo corner da contemplazione con poltroncine di CASSINA (Lady) e Triade di P. URQUIOLA.
Oltre la zona giorno, un breve corridoio funge da disimpegno e si offre come spazio ideale per realizzare ex novo l’unico bagno padronale all’interno di una teca di cristallo. Storicamente, i servizi igienici compaiono molto tardi nelle abitazioni tipiche ostunesi (XX sec.), si rende quindi necessario un espediente architettonico che per non intaccare il movimento dei soffitti risolva con leggerezza tale necessità. Il bagno diventa quindi lo scrigno con dettagli preziosi come il lavandino di REXA DESIGN e la rubinetteria GESSI.
In fondo, a chiudere il percorso, la camera da letto. Nello sbilanciamento della superficie dedicata – appena 10 mq – è scritta la funzione della dimora, nata per essere vissuta, ammirata, destinata a piacevoli soirée in compagnia o tete a tete, comunque con gli occhi puntati sulla bellezza.
La ricercatezza non è scoraggiata da un ambito così ridotto e si concretizza in una testata imperiale di marmo (EMPERADOR) tagliato a richiamare lo stile capitonnè. La retroilluminazione stacca la forma e la dona all’intimità di un letto firmato LAGO.