Nell’appartamento realizzato da PLUS ULTRA nel quartiere Sant’Ambrogio a Milano per una giovane coppia appassionata di design, un layout caratterizzato da accenti grafici e materici contemporanei entra sottovoce nella composizione, per poi svolgere un ruolo da protagonista. Il lavoro sulla distribuzione e sulle geometrie, sui colori, sulle texture definisce in prima istanza una sorta di tessuto connettivo che emerge come l’intervento architettonico vero e proprio: sobrio, colto e determinato.
L’appartamento con vista sui tetti della Milano storica, di recente completato da PLUS ULTRA, lo studio degli architetti Alessandra Castelbarco, Marco Di Nallo e Chiara Girolami, è situato a breve distanza da Sant’Ambrogio, tra via Lanzone e via Camminadella. I committenti sono una giovane coppia con una passione per i classici del design. L’accesso all’appartamento, all’ultimo piano di un edificio degli anni Cinquanta, avviene attraverso l’atrio e il cortile di Casa Volonteri, palazzo storico del diciassettesimo secolo, caratterizzato nella facciata dagli interventi dell’architetto Giuseppe Sommaruga in stile liberty ma di gusto arieggiante al barocco.
Il progetto è nato dalla necessità di riorganizzare gli ambienti dell’appartamento, caratterizzati da una sequenza priva di una chiara gerarchia.
L’obiettivo principale è stato ripristinare il suo ordine funzionale e spaziale, attraverso un layout più pulito e la definizione di una nuova atmosfera caratterizzata da una specifica scelta di materiali e colori. In aggiunta alla collezione di classici del design già posseduti dai clienti, gli architetti hanno selezionato e integrato alcuni pezzi contemporanei.
Nell’impianto originario la presenza di due ingressi opposti rendeva il soggiorno una zona di passaggio. Nel nuovo layout, si è scelto di mantenere un solo ingresso, creando uno spazio che fungesse da disimpegno per la zona living attraverso due aperture a arco. Questa scelta rappresenta per gli architetti -che coltivano una profonda confidenza con gli edifici storici e con le opere dei grandi architetti milanesi- un’interpretazione del pensiero di Luigi Caccia Dominioni, il quale diceva di non amare l’ingresso diretto in soggiorno “perché non riserva sorprese”.
La zona giorno, esposta a est, è stata progettata in modo ampio e fluido, con angoli dedicati a diverse attività, come pranzo, conversazione, lettura e ascolto musicale (il committente possiede una piccola collezione di dischi e libretti d’opera). Parte integrante della nuova zona giorno è la cucina, che si affaccia sul soggiorno tramite una grande vetrata in acciaio verniciato, realizzata su misura. La cucina è stata concepita come un’estensione fluida del living, in cui le azioni quotidiane come la preparazione dei cibi e la convivialità si svolgono senza soluzione di continuità visiva.
Questa fluidità è resa possibile da un diaframma vetrato trasparente, che diventa la tela su cui presentare una composizione geometrica di disegni a arco, che producono una sottile illusione di profondità.
Questo approccio grafico crea un dialogo con i pattern e le tinte della carta da parati dell’ingresso, creando un’armonia visiva tra gli elementi architettonici.
Il progetto è stato concepito a partire da una ricerca di equilibrio tra due tensioni contrastanti: da un lato, la volontà di evocare la storia, l’anima degli oggetti e della casa; dall’altro, la scelta di creare nuove geometrie con elementi grafici e materiali contemporanei.
Gli architetti Alessandra Castelbarco e Marco Di Nallo hanno messo in relazione il gusto e la filosofia progettuale degli autori degli oggetti scelti per l’arredamento della casa, cercando di creare un dialogo con ciascuno di essi per integrarli armoniosamente nel nuovo spazio domestico.
L’appartamento non è infatti un semplice contenitore neutro in cui “esporli”; al contrario, ciò che PLUS ULTRA ha voluto creare è un ambiente che li accogliesse e al contempo fosse il loro contrappunto, unendo le loro qualità distintive con una visione progettuale coerente.
Il layout caratterizzato da accenti grafici e materici contemporanei entra sommessamente nella composizione, per poi svolgere un ruolo da protagonista. Il lavoro sulla distribuzione e sulle geometrie, sui colori, sulle texture definisce in prima istanza una sorta di tessuto connettivo che emerge come l’intervento architettonico vero e proprio: sobrio, colto e determinato.
Il progetto mette in gioco una accurata selezione di elementi e di colori. La carta da parati dell’ingresso, con le sue linee verticali sfumate di verde e giallo, richiama le boiserie degli spazi comuni del condominio, conferendo a questo ambiente un ruolo di mediazione tra la sfera pubblica e privata.
Rispetto al soggiorno l’ingresso si presenta come un volume distintivo con una cromia specifica, all’interno del quale si intravede la carta da parati che lo riveste interamente. Questa stessa carta da parati avvolge anche le ante di un armadio guardaroba a scomparsa.
Dettagli in ottone, come la maniglia Cono disegnata da Gio Ponti, richiamano lo stile dell’architettura milanese del dopoguerra. La scelta della lampada, l’applique Flos IC light di Michael Anastassiades, richiama l’illuminazione degli ingressi milanesi ma con linee più essenziali e un tocco di familiarità.
Nella cucina, ogni componente è caratterizzato da un colore o da un pattern che rafforza la sua identità volumetrica: le colonne sono in rovere tinto, le basi in bianco e i pensili in un delicato giallo pallido.
L’isola centrale, realizzata come un monolite in terrazzo, rappresenta l’elemento di sintesi di questa palette. Le sfumature di verde presenti negli aggregati richiamano i toni della vetrata e del volume d’ingresso, creando sottili rimandi tra gli ambienti.
Nel soggiorno, che si affaccia su un lungo e stretto terrazzo ricavato nella falda del tetto, l’illuminazione artificiale è stata studiata attentamente.
Le ampie gusce tra pareti e soffitto, in parte già presenti, sono state utilizzate come elementi riflettenti per realizzare un’illuminazione indiretta tramite strisce LED posizionate sulla cornice in gesso che percorre tutto il perimetro. L’iconica lampada Arco, utilizzata secondo la sua concezione originaria, illumina e arreda la zona pranzo.
Anche nella cucina, l’illuminazione indiretta posta sopra gli arredi è affiancata da due lampade a sospensione che richiamano le geometrie dell’isola e del tavolo.
Una porta a scomparsa separa il soggiorno dalla zona più privata, composta da due camere, uno studio, due bagni e un’area lavanderia, che sono distribuiti da un corridoio centrale intervallato da un’apertura a arco. Il nuovo layout ha razionalizzato e ottimizzato uno spazio che in precedenza risultava labirintico e caratterizzato da molteplici spazi di disimpegno. Nonostante l’eterogeneità dei pattern, dei materiali e dei colori, un gioco di continui richiami dona continuità e coerenza.
Così tutti gli ambienti “umidi” della casa presentano un motivo a terrazzo, declinato in diverse cromie: più complesse in cucina (con tre colori aggregati) e più semplici nei bagni (con aggregati gialli o rossi).
I toni caldi dei tetti di Milano e degli intonaci colorati delle finestre nella zona giorno vengono introdotti e portati all’interno nella zona notte per creare un’atmosfera accogliente e familiare.
La camera padronale è stata progettata come un volume puro, caratterizzato unicamente dal colore, che
accoglie un letto a baldacchino dalle linee essenziali, quasi a creare uno “spazio all’interno dello spazio”. Per enfatizzarne la centralità nell’ambiente, gli abiti sono celati all’interno di una cabina armadio, il cui ingresso è nascosto da una porta a scomparsa nella parete.
Il bagno padronale segue la stessa gamma cromatica, ma con l’inserimento di una tonalità fredda nella ceramica delle pareti: il pavimento è in terrazzo rosso-terracotta, le cui tinte richiamano lo smalto e il colore dell’arredo, mentre le pareti presentano una piastrella verticale sui toni del verde-grigio pastello.
Anche in questo caso, alcuni dettagli grafici neri creano un contrasto con la palette cromatica tenue. La grande specchiera, realizzata su misura con luce integrata, amplifica l’effetto della luce naturale e allo stesso tempo amplia visivamente lo spazio.
L’altro bagno, nonostante le dimensioni ridotte, è concepito come una stanza all’interno della stanza. Una
prima zona è caratterizzata da un perimetro bianco con tre aperture a arco: una nicchia contenitore che si riflette nella specchiera a arco, anch’essa un’apertura illusoria che amplia lo spazio, e una terza apertura più ampia che separa un’alcova in cui è nascosta la vasca da bagno. Quest’ultima è caratterizzata da una cromia intima e avvolgente di giallo. Il soffitto azzurro che si estende sulle pareti collega le due aree e delimita il volume. Il pavimento è caratterizzato da una piastrella grigioblu, mentre le pareti sono rivestite in terrazzo giallo, con elementi neri a contrasto che enfatizzano graficamente le geometrie.
Lo studio e la cameretta, che hanno accolto un nuovo arrivato pochi giorni dopo la fine dei lavori, sono stati progettati come ambienti in armonia cromatica con il resto della casa, ma con maggiore flessibilità per poter adattare l’uso nel tempo in base alle esigenze della famiglia e disporre liberamente degli arredi al loro interno.
l racconto di questa casa, chiamata Arches and Patterns, si sviluppa fluidamente tra un ambiente e l’altro, guidato da diverse linee di continuità. Da un lato, troviamo geometrie curve e morbide, sviluppate in senso volumetrico nelle aperture e grafiche negli arredi. Dall’altro, vi è un’alternanza di colori e pattern che, nel definire funzioni diverse e specifiche, trovano un filo conduttore che accompagna la scoperta dei vari ambienti.
Con questo nuovo progetto di interni PLUS ULTRA, che da anni conduce una ricerca sull’abitare contemporaneo in contesti storici, dalle sperimentazioni alla Villa Imperiale di Pesaro agli interventi di riqualificazione dei percorsi alla Rocca di Gradara, esprime ancora una volta la capacità di elaborare limpide riflessioni sullo spazio architettonico.