Siamo nel centro storico di Genova, all’interno di un tessuto urbano denso e compatto, caratterizzato dalla presenza di imponenti palazzi familiari che un tempo, per contrasto, ospitavano ampi saloni e alti soffitti, illuminati da grandi finestre. Il palazzo dove si trova l’appartamento disegnato da llabb, lo studio di architettura diretto da Federico Robbiano e Luca Scardulla, affaccia sulla piazza di San Giorgio.
L’originario salone venne diviso in due appartamenti di cui uno, oggetto di questo intervento, copre i due terzi della superficie originale. Prima dei lavori lo spazio era composto da tre vani finestrati e da un bagno cieco, con una altezza interna di 3,3 metri. Una scala portava a un solaio di sgombero alto circa 1,3 metri. La prima operazione fatta sul costruito è stata liberare quasi completamente l’ambiente, demolendo il solaio e le partizioni interne, tornando quindi a una altezza libera interna di 4,7 metri. Così facendo è stato inoltre ricongiunto il doppio ordine di tre finestre, una delle quali era stata tamponata, prospicienti l’antica piazza del mercato.
Questo è il momento in cui, raccontano gli architetti, la storia dello stabile si interseca con quella dei due giovani proprietari. La coppia è composta da un esperto in comunicazione e digital strategist mentre la compagna è curatrice di festival di fotografia. Da qui la necessità da parte loro di disporre di ampie superfici per raccogliere libri, cataloghi e opere d’arte. A questa esigenza si aggiunge il desiderio di poter ospitare amici e lavorare da casa.
Nel tenere conto della costruzione esistente e delle esigenze dei clienti, llabb ha scelto di conservare la porzione di solaio e di partizioni esistenti solo in corrispondenza della zona di ingresso, che si oppone alle finestre che guardano la piazza. Qui sono stati collocati la camera da letto, la dispensa, il bagno, sormontati da un soppalco realizzato in multistrato di okumè e articolato su diverse altezze. Il corridoio di ingresso, che collega questi ambienti, definisce uno spazio compresso che presto si espande nell’ampia zona giorno dando luogo a una fuga prospettica la quale, attraverso la zona pranzo, proietta lo sguardo del visitatore verso l’imponente finestra -quasi quattro metri di altezza- che incornicia la cupola della chiesa di San Giorgio.
La zona giorno che si incontra alla fine del corridoio è ampia e molto luminosa. Qui trovano spazio la cucina, che si completa con una generosa zona pranzo, e il soggiorno, che si presta a diventare spazio di lavoro. Le tre grandi finestre alleggeriscono notevolmente le pareti esterne orientate a sud-est e a sud-ovest. In contrapposizione a questa leggerezza è stata realizzata una parete libreria. Questa, disegnata con setti montanti da pavimento a soffitto che ritmano l’intera parete, ospita nella sua parte bassa la cucina. Una scala con binario, realizzata in alluminio, consente non solo il raggiungimento dei libri posti più in alto, ma anche la manutenzione ordinaria delle finestre.
Il lato della zona giorno attraverso il quale si accede è infine definita da un articolato arredo su misura, un dispositivo spaziale che funge da scala di accesso al soppalco e che integra un sistema di contenitori per la camera da letto, uno schermo in vetro opalino che porta maggiore luce alla camera da letto retrostante, un divano originato dall’estensione del primo gradino della scala che conduce al soppalco.
Una leggera struttura in tubolare bianco accompagna la salita al soppalco dove si trovano una scrivania che affaccia sulla parte sottostante della zona giorno e, in una porzione rialzata al di sopra della dispensa, un futon per gli ospiti.
Il soppalco segue un percorso mistilineo fino a espandersi in un piccolo corpo aggettante dalla forma curva che continua la soluzione adottata nel volume sottostante. Se nel soppalco la curvatura ha lo scopo di alleggerire la parte a sbalzo della struttura, nel corpo inferiore serve a ammorbidire lo spigolo del volume dando luogo a una asimmetria tra le pareti che delimitano il corridoio. La curva del volume inferiore delimita lo spazio doccia del bagno, separato da una vetrata verticale con imbotte in ardesia che serve a portare luce naturale nel piccolo vano altrimenti cieco. La luce di taglio gioca con le piccole piastrelle blu scuro dalla superfici, facendole vibrare. Le stesse piastrelle, ma di colore diverso, sono state utilizzate nel resto del bagno.
Nel bagno, come nel resto dell’appartamento, è stata mantenuta la pavimentazione originale in graniglia. Questa, pur non avendo un disegno di particolare pregio, è testimonianza della storia architettonica ligure. Seguendo lo stesso principio, le decorazioni a stucco presenti sul soffitto sono state mantenute, seppur risalenti all’inizio del XX secolo. Mancando uno stucco d’angolo si è deciso di reinterpretarlo in chiave contemporanea, modellandolo per poi stamparlo in 3d. Il disegno centrale, a differenza degli altri, rappresenta un omino Lego. Un easter egg scanzonato, commentano gli architetti Luca Scardulla e Federico Robbiano, teso a rispecchiare la natura spiritosa dello studio e dei suoi committenti.