In occasione della Milano Design Week 2024, FRAGILE, realtà tra le più fervide del panorama italiano e internazionale del Novecento e del design storico, apre le porte del suo nuovo spazio in via Simone D’Orsenigo 27 a Milano presentando la mostra “ANNI LUCE. ARREDOLUCE. 100 LAMPADE”, a cura di Anty Pansera.
L’esposizione, dedicata all’azienda di design di illuminazione Arredoluce, accoglie un centinaio di lampade storiche del marchio monzese, sapientemente collezionate negli anni da Alessandro Padoan e Alessandro Palmaghini – alla guida di FRAGILE – che tutt’oggi ne certificano l’autenticità.
Dal 5 aprile al 12 maggio 2024, in occasione della Milano Design Week 2024, FRAGILE, galleria di Design storico e contemporaneo guidata da Alessandro Padoan e Alessandro Palmaghini, nata a Milano nel 2000 e divenuta in breve tempo punto di riferimento per l’home decoration e il collezionismo, inaugura il suo nuovo spazio espositivo in via Simone D’Orsenigo, 27 con la mostra “ANNI LUCE. ARREDOLUCE. 100 LAMPADE”, a cura di Anty Pansera.
Con la nuova sede, situata all’interno di un ex spazio industriale progettato nel 1950 da Elio Frisia, FRAGILE si propone ora in una modalità diversa: non più galleria su strada, ma uno spazio più riservato dove poter scoprire l’eccezionale raccolta di oggetti – arredi, illuminazione, gioielli e ornamenti d’autore – a firma di icone del design italiano, e alcuni pezzi da collezione, frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca e catalogazione.
Un intento sottoscritto con la mostra inaugurale “ANNI LUCE. ARREDOLUCE. 100 LAMPADE”, che ben racconta la storia e l’evoluzione dell’attività della galleria attraverso una rassegna interamente dedicata a un brand di design storico di illuminazione, Arredoluce appunto.
La scelta di dedicare una rassegna al marchio monzese fondato nel 1943 da Angelo Lelii, infatti, non è casuale: nel 2015 Alessandro Padoan e Alessandro Palmaghini hanno acquisito il marchio Arredoluce – successivamente ceduto – e insieme ad Anty Pansera, storica e critica del design, e con l’aiuto della designer Nanda Vigo, che per anni ha lavorato a stretto contatto con Angelo Lelii, hanno iniziato un’affascinante ricerca che si è concretizzata nel 2018 in “Arredoluce Catalogo ragionato 1943-1987” (ed. Silvana): una puntuale ricostruzione della storia dell’azienda e dei designer che vi hanno lavorato, che raccoglie 555 fra lampade e complementi di arredo prodotti e/o progettati da Angelo Lelii.
L’attività di certificazione di autenticità delle lampade d’epoca Arredoluce, inoltre, ha permesso ad Alessandro Padoan ed Alessandro Palmaghini di collezionare una delle più importanti e complete raccolte al mondo di preziose lampade storiche dell’azienda, circa un centinaio, che per la prima volta vengono esposte tutte insieme nella mostra “ANNI LUCE. ARREDOLUCE. 100 LAMPADE”.
L’esposizione racconta dunque attraverso le lampade esposte – da terra, da tavolo, da soffitto, da parete – la storia straordinaria e particolarissima di un’“impresa” ancora troppo poco nota, quella di Angelo Lelii: un’avventura nel mondo della luce, lunga tre decenni, che rientra a pieno titolo nella “storia” del Made in Italy e dei suoi pionieristici imprenditori. Un’attività subito apprezzata all’estero, tanto negli USA quanto in Oriente, che solo in un secondo momento è decollata in Italia.
Celebri furono le collaborazioni che Angelo Lelii riuscì ad attivare con i grandi designer del Novecento. Solo per ricordarne alcune, quella con Castiglioni, ad esempio: la prima edizione del Tubino del 1949 è proprio di Arredoluce. E ancora con Gio Ponti: dalla Triennale del 1957, passando per le tante realizzazioni d’interni progettate dall’architetto fino alle grandi mostre/eventi che Ponti organizzò con “Domus”. Da non dimenticare, poi, il sodalizio con Ettore Sottsass Jr, che si concretizzò a metà degli anni Cinquanta quando progettò per Lelii numerose lampade. E ancora, quello con Nanda Vigo, architetto, designer, artista, per quasi un decennio la progettista più vicina ad Angelo Lelii. Solo un’altra donna, infine, ha disegnato per Arredoluce: Egle Amaldi, a metà anni Settanta. Ma Angelo Lelii fu lui stesso designer e progettista di grande valore: la sua opera di “disegnatore” di lampade si riscontra dal primo all’ultimo giorno di attività.
Scrive la curatrice, Anty Pansera: “Qualità nei dettagli e nelle finiture che, ad oggi, rappresentano una “cifra” della riconoscibilità dei prodotti Arredoluce: gli ottoni torniti dal pieno, le saldature così perfette da essere invisibili che smascherano prodotti rifatti/copiati. E l’interruttore: inconfondibile. Le lampade di Lelii, insomma, si distinguono per il design estremamente semplice, dall’apparente “minima” complessità e dal forte senso di disadorna sensibilità”.
La mostra “ANNI LUCE. ARREDOLUCE. 100 LAMPADE” vuole dunque raccontare questa intensa attività attraverso le produzioni Arredoluce più significative. Tra le 100 lampade esposte da Fragile non mancano i pezzi più iconici e celebri a partire dalla Triennale, una lampada da terra dalla struttura lineare a tre bracci mobili che terminano con tre diffusori colorati. Forse il progetto più conosciuto di Angelo Lelii, la lampada, presentata alla VII Triennale di Milano nel 1947, compare alle spalle di Peggy Guggenheim nell’intervista recuperata e inserita nello straordinario documentario che le ha dedicato la regista Lisa Immordino Vreeland. E ancora, Stellina, disegnata da Lelii nei primi anni Cinquanta, passata alla storia per essere stata inclusa nella fornitura che l’azienda inviò alla famiglia Kennedy. E poi la Cobra del 1962, sempre disegnata da Angelo Lelii, una delle prime lampade a montare un globo calamitato orientabile. Infine, Golden gate, progettata da Nanda Vigo e presentata nello spazio di Arredoluce per Euroluce nel maggio 1970: uno stelo di metallo di quasi due metri di altezza che supporta un arco di neon inserito in una struttura metallica leggera.