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Kit eliminacode multifunzione(fichi d’India) di Luca Staccioli: nuova l’installazione alla Triennale Milano

Triennale Milano presenta insieme a Lavazza Group, partner istituzionale con cui condivide l’approccio multidisciplinare della ricerca nelle arti visive, l’installazione Kit eliminacode multifunzione (fichi d’India) di Luca Staccioli.
L’opera ( visibile dal 2 luglio all’interno del Caffè Triennale) succede a GL 03 di Andrea Branzi, Under a Coffee Tree di Francis Kéré, Terracotta, Plastic Pots and Chai and Chinese Hibiscus di Lorenzo Vitturi e Saetta (Totem) di Alice Ronchi.


Le opere di Luca Staccioli sono spesso legate a operazioni di denuncia del sistema di consumo contemporaneo e alla possibilità di metamorfosi e rinascita che guarda alla natura come prima fonte di ispirazione. Pensate come narrazioni, mettono in discussione i processi di omologazione estetica e identitaria, e la loro influenza sulla competitività, il valore, le aspettative e lo sfruttamento dell’emotività da parte dei mass-media. I lavori di Staccioli trasformano gli oggetti quotidiani, modificandone la grandezza, cambiando i materiali, eliminandone la funzione, per creare nuove forme e storie.


La serie di lavori in ceramica Kit eliminacode multifunzione (fichi d’India) realizzata dall’artista nel 2024 prende ispirazione dalla continua trasformazione del paesaggio e da come gli esseri viventi si adattino a esso. La chiocciola di un kit eliminacode è sottoposta a un processo di trasformazione, passando da
oggetto di uso comune e banale a matrice di un corpo vivo. Questi nuovi organismi, dalle forme totemiche e dai colori e sfumature antirealistiche, si ispirano ai fichi d’India non solo nella forma, ma anche nella capacità di generare gruppi naturali per proteggersi e moltiplicarsi. Sottraendo l’oggetto-matrice alla propria funzione originaria, l’artista apre le porte a nuove possibilità poetiche di metamorfosi, narrazione e rinascita.
L’installazione si inserisce in un percorso di promozione e valorizzazione della scena artistica italiana avviato da Triennale da alcuni anni, a cura di Damiano Gullì, che ha visto coinvolti artiste e artisti italiani di diverse generazioni, caratterizzati dalla capacità di muoversi con disinvoltura tra diverse discipline, mezzi e tecniche