Michele De Lucchi ROPPONGI ROKKEN: Sei Case

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“Roppongi Rokken: sei case” è la mostra personale di Michele De Lucchi che apre al pubblico il 20
settembre 2024 presso il 21_21 DESIGN SIGHT a Tokyo, spazio espositivo dedicato al design, ideato
da Issey Miyake e progettato da Tadao Ando.
La mostra prende il nome dal quartiere in cui sorge il 21_21 DESIGN SIGHT. Durante la fase di studio
e preparazione del progetto, De Lucchi ha scoperto un’affascinante coincidenza: “E’ successo per puro
caso, come a volte succede. Avevo preparato per la mostra di Roppongi sei modelli di case e ho
scoperto che Roppongi vuol dire “sei alberi”. Ma la parola Roppongi vuol dire anche “sei case” e “sei
casate” e fa riferimento a sei misteriosi samurai che probabilmente hanno vissuto e glorificato questa
collina nel cuore di Tokyo”

Le sei opere inedite – tre in legno e tre in bronzo – sono parte della serie Logge, sculture che
appartengono all’ampia produzione artistica dell’architetto. La scelta dei materiali utilizzati nasce da una
passione personale di De Lucchi per l’antropologia. Legno e bronzo sono i materiali più antichi e nobili
con i quali gli uomini hanno plasmato la loro civiltà, con i quali è cresciuta l’umanità.
Oltre alla sua attività di architetto, designer, graphic designer e artista, da oltre vent’anni Michele De
Lucchi
si dedica incessantemente alla ricerca di forme nuove, attingendo alla sua formazione di
architetto radicale e alla sua passione per le cose fatte a mano. Il risultato sono dipinti, sculture,
installazioni e creazioni di ambienti in parchi d’arte e musei, in cui la sperimentazione con materiali,
lavorazioni e finiture mette in moto un processo artistico che in realtà è un modo per riflettere e definire
nuovi concetti architettonici.

Con le Logge, Michele De Lucchi esplora l’idea di “spazio di mezzo”, inteso come quella parte di una
casa che collega il dentro con il fuori: non una divisione fisica ma un luogo di unione tra la vita
domestica e l’ambiente esterno. In queste opere, le pareti sono fatte di telai intrecciati, che sembrano
fungere da ponte tra gli “shoji” divisori delle abitazioni giapponesi e le pareti finestrate delle case
europee; mentre i tetti hanno la maglia dei frangisole e dei listelli ombreggianti. “Fanno pensare allo
stesso tempo alle case del Tè della tradizione giapponese e all’architettura più contemporanea, quella
che cerca di creare uno spazio continuativo tra l’interno degli edifici e l’ambiente esterno. Il rapporto tra
uomo e natura è sempre più centrale nella ricerca di nuovi atteggiamenti di vita, che facciano vivere in
sintonia la straordinaria potenza della natura e la fragile essenza dell’essere umano”.

La scultura è quindi ancora una volta per De Lucchi una libera escursione per immaginare gli spazi di
vita dell’uomo. Con le Logge si discosta dall’idea di un‘architettura di confezionamento per esplorare
ambienti permeabili, che si impegnano a stabilire una relazione con il mondo che sta fuori. De Lucchi
ha lavorato cercando ogni volta una combinazione compositiva: i giochi di pieni e di vuoti danno
personalità alle sculture, mediano la luce e attenuano i contrasti. L’atto del costruire maglie grafiche,
sempre differenti, è un modo di pensare a luoghi reali: alla ricerca di edifici sani che aiutino le persone
a confrontarsi con gli altri, con la città o con la natura. Luoghi positivi con un messaggio di apertura e
condivisione.

All’interno del 21_21 Design Sight, le piccole sculture sono posizionate su solidi basamenti di rovere,
trattati con la tecnica dell’ossidatura acetilica. Disegnati da Michele De Lucchi e realizzati per
l’occasione dagli artigiani di UniFor, ogni base è un pezzo unico composto da una serie di volumi cubici
sovrapposti, la cui possenza aiuta a radicare le Logge enfatizzando la loro presenza, leggera e al
contempo materica.

De Lucchi ha visitato il Giappone la prima volta nel 1982 con Ettore Sottsass per Memphis. In
quell’occasione il primo incontro con Issey Miyake. Da allora innumerevoli viaggi e lavori lo hanno
portato nuovamente in questa terra, tanti gli stimoli e gli insegnamenti ricevuti. Questa mostra
rappresenta un ponte tra l’Italia e il Giappone. Due culture molto diverse ma la cui complementarietà si
ritrova nella forte personalità, nella forza intellettuale, nella visione del mondo e del ruolo che l’uomo
ricopre. Due facce della stessa luna che insieme si completano. La perfezione e l’imperfezione, la
natura e la naturalezza, la cerimonia del Tè e il concetto del Wabi-Sabi da una parte, il Rinascimento
Italiano e la classicità, la ricerca dell’armonia, i volumi, le forme e i colori dall’altra. Unite dal valore del
lavoro manuale e artigianale che in entrambe le culture ha radici profonde. Trasmettere anima agli
oggetti, esplorare, sperimentare e sbagliare, dando vita a qualcosa di nuovo.
L’idea della mostra nasce dall’incontro tra De Lucchi e Issey Miyake quando, durante una visita al
21_21 DESIGN SIGHT nel 2018, parlarono di una possibile esposizione. Oggi quel progetto si realizza
grazie alla volontà dei responsabili del patrimonio di Miyake e al Miyake Design Studio, e prende forma
con il supporto di UniFor, azienda con cui l’architetto collabora ormai da decenni e che ha sempre
sostenuto le sue esperienze artistiche.