Arredativo Design Magazine

MIMESIS: Forma Immagine. La mostra a Palazzo Ducale di Martina Franca 

Dopo aver partecipato alla Milano Design Week 2024, HoperAperta, un progetto che coniuga Arte, Architettura e Design, arriva al Palazzo Ducale di Martina Franca, grazie alla partnership con la Fondazione Paolo Grassi, e presenta la mostra MIMESIS Forma Immagine dal 21 giugno al 20 agosto 2024 in occasione del cinquantenario del Festival della Valle d’Itria.

MIMESIS è una mostra con passioni diverse, che coinvolge molteplici attori, 

e tra questi l’Institute of Technology di New York, Dipartimento di Architettura e Design, già partner di HoperAperta nel 2022 e 2023, e che si fonda – analogamente agli eventi realizzati in questi anni a Milano, Genova, Barcellona (ES), Soglio (CH)– su un dialogo fra diverse discipline, creando un rapporto sinergico tra gli interpreti della scena delle arti.

Mimesis: parafrasando la Repubblica platonica, si potrebbe sostenere che qualsiasi oggetto progettato, immaginato o realizzato, comunque riprodotto in un’immagine con differenti potenzialità d’uso, presuppone tre diversi gradi di approssimazione: un punto di relazione, un punto di trasformazione, un punto di rappresentazione. Una forma ideale, del tutto indipendente dalle sue funzioni costituisce un primo punto di Mimesis.

Mimesis indica dunque un processo di identificazione, un’azione simbiotica tra due forme-immagini di diversa natura. Per esempio, la Mimesis può essere generata nella relazione spazio-temporale di un oggetto, piuttosto che nella relazione tra luce e movimento o infine nel rapporto che si crea tra l’oggetto-immagine e la sua messa in scena ideale, attraverso forme differenti di teatralità. La messa in scena dell’oggetto, l’idea di teatro prodotta attraverso un immaginario attivo, travalicando la sua funzione pratica, si trasforma in opera d’arte, opera concepita come teatralizzazione di un’idea, un processo di sintesi che potremmo definire come forma/immagine.                              

La mostra propone dunque un confronto su queste tematiche tra gli artisti e gli architetti invitati ad esporre. Maurizio Barberis, affronta il tema attraverso la teatralizzazione di un’immagine ridotta ad oggetto d’uso; l’opera di Alfonso Femia, invece, si pone nella sintesi, punto di relazione, tra l’immagine del Tempio e la figura del teatro vitruviano; Armando Bruno opera nella ripresa-mimesis della gabbia concettuale di Francis Bacon; Elena Salmistraro lavora nella riduzione speculare di due figure simmetricamente contrapposte. E ancora, Spagnulo & Partners realizza la messa in scena di un’opera che sintetizza il rapporto tra la luce e il tempo; infine, Carmelo Zappulla progetta un lavoro che rende conto delle variazioni di luce nella città contemporanea.

Il New York Institute of Tecnology, infine, presenta in questa occasione sette progetti realizzati da un gruppo di laureandi del corso di Fabbrication and Robotics, sotto la supervisione di Fadhil Fadhil e Alessandro Melis.

Gli artisti in mostra sono: Maurizio Barberis, Armando Bruno, Dorian X, Fadhil Fadhil con il New York Institute of Technology, Alfonso Femia, Cristina Fiorenza, Duccio Grassi, Federica Marangoni, Alessandro Melis, Daniele Menichini e Nicolas Turchi, Steve Piccolo, Elena Salmistraro, Studio Spagnulo & Partners, Davide Valoppi, Alberto Vannetti, Carmelo Zappulla.