Un incontro sognante di memoria e decor contemporaneo, uno sguardo al passato proiettato in avanti, carico delle suggestioni che hanno contribuito a fare grande il design italiano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta e oltre. Nasce Alchimie, la collezione di porcellane e complementi d’arredo firmata da Alessandro Guerriero e Vito Nesta, frutto della collaborazione tra l’intellettuale e progettista milanese che ha dato faccia e idee alla post-avanguardia italiana e il designer pugliese dall’animo cosmopolita, titolare del marchio Grand Tour.
Alchimie è un viaggio sentimentale in forma di porcellane e complementi di arredo che unisce la cifra stilistica di Nesta e la sua visione del decor come invito al viaggio con la poetica di Guerriero, il “non designer” fondatore, nel 1976, dello Studio Alchimia e ispiratore del moderno social design attraverso numerose iniziative che vanno dal lavoro nelle carceri fino a Tam-Tam, la scuola libera nata da un’idea condivisa con Alessandro Mendini, Riccardo Dalisi e Giacomo Ghidelli, basata sul principio che “ciascuno è una scuola, perché ciascuno ha cose da apprendere e ciascuno ha cose da insegnare”.
Un transito di energia contro l’autoreferenzialità contemporanea
L’incontro tra Alessandro Guerriero e Vito Nesta dà vita a un percorso che non si esaurisce nella collezione e diventa anche la mostra Nella pancia del Guerriero a cura di Sara Ricciardi che prenderà forma dal 12 aprile in occasione della Milano Design Week, presso lo Spazio Vito Nesta in via Ferrante Aporti 16 (zona Stazione Centrale), per svolgere quel filo speciale che lega passato e presente del design e avvicina generazioni diverse per lanciare un messaggio di apertura e inclusione. “Alchimie nasce dall’idea di realizzare qualcosa che un po’ nel design rischiamo di perdere” spiega Vito Nesta, “ovvero lo spirito collaborativo, alchemico per dirla alla maniera di Alessandro, che avvicina figure lontane per età e approccio, ma vicine per l’ispirazione romantica che le contraddistingue”. Proprio lo spirito alchemico alla base del progetto ha spinto Nesta e Guerriero ad affidare a Sara Ricciardi, già allieva del maestro e sua assistente, la curatela della mostra che si articola nello spazio come un metaracconto fatto di parole e gesti intorno all’allestimento. “Con Alessandro, abbiamo deciso di coinvolgere Sara per realizzare quel transito di energie che porta i progetti lontano dall’autoreferenzialità. Mai come in questo momento storico ciascuno di noi rischia di diventare per l’altro una bolla impenetrabile. Il contributo speciale di Sara sarà un’alchimia nell’alchimia, l’occasione in più per uscire fuori da noi stessi e immaginare nuove relazioni grazie alle suggestioni innescate dal design”.
Dice Alessandro Guerriero: “Alchimie vuole essere un progetto romantico, il genere di progetti che preferisco, quelli che ti fanno mettere in gioco e in relazione con qualità, intenzioni e fragilità diverse”.
L’incontro tra Nesta e Guerriero risale al 2012, l’anno in cui il progettista milanese tiene a battesimo Tam-Tam: “Andai a trovarlo in Triennale” racconta Nesta “e subito mi colpì per la disponibilità e l’apertura verso un giovane progettista agli esordi. Questo progetto nasce anche come forma di ringraziamento, ma senza nostalgie per il passato: anzi, lo spirito di questa collaborazione vuole essere assolutamente pop, un po’ come in quelle combo musicali che uniscono figure completamente diverse, entrambi con il proprio mondo, entrambi con la propria esperienza, uniti da uno scambio che attraversa le generazioni e scrive una nuova storia”.
Sara Ricciardi, curatrice della mostra racconta: “Il caos intimo del Maestro Alessandro Guerriero esplode tra le forme che hanno provocato pensieri alternativi e ridisegnato un approccio radicale alla realtà. Con spirito romantico slabbrare lo sguardo e spolverare di magia il quotidiano, questa è la sua invocazione”. E ancora: “Alchimie è una mostra che apre in modo asimmetrico, tachicardico, non cronologico alla produzione onirica e sempre attuale di Alessandro, rivelatrice del pensiero progettuale del grande maestro, in cui il pubblico si lascia travolgere dall’emozione creativa e visionaria di un grande artista“.