La settima edizione di Alcova – piattaforma internazionale per il design contemporaneo – aprirà al pubblico dal 15 al 21 aprile nel contesto inedito di due iconiche ville dell’area metropolitana di Milano, Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi. Ormai meta imperdibile della settimana del design milanese, Alcova
proporrà progetti di designer, gallerie, aziende, istituzioni e scuole in dialogo con meravigliose architetture per ricreare una magia che si ripete da anni, mai uguale a se stessa.
Gli ambienti delle ville, dal forte carattere architettonico rispettivamente modernista e barocco lombardo, ospiteranno i progetti selezionati da Alcova generando accostamenti sorprendenti. Le porte delle
due dimore, per la prima volta, si apriranno ad accogliere il grande pubblico, invitandolo a interrogarsi
su un tema sempre centrale per Alcova: quello dell’abitare, che quest’anno si dispiegherà nella sua
complessità attraverso due contesti “domestici”.
I filoni di ricerca si rinnovano, intrecciandosi: materiali e processi produttivi tecnologici e sostenibili,
craft contemporaneo, estetiche sperimentali, tematiche sociologiche, politiche, globali. Alcova invita il
pubblico in un microcosmo quasi surreale; un contesto di rilevanza storica in cui raccogliersi per immaginare il futuro del design attraverso installazioni, performance e momenti collettivi.
Designer di spicco collaboreranno con realtà altrettanto note della scena internazionale: Atelier de
Troupe presenterà una collezione in stile Art déco sul tema del viaggio transatlantico collaborando con
cc-Tapis e interagendo con l’iconica scala di Villa Borsani. Tra i progetti più attesi, quello del visionario
architetto giapponese Junya Ishigami per la galleria MANIERA, si misurerà con un’installazione ad hoc
pensata per una piccola grotta nascosta nel vastissimo parco di Villa Bagatti Valsecchi (ex-ghiacciaia).
Objects of Common Interest presenterà assieme a Bitossi una collezione di vasi che rimanda all’antica
architettura greca confrontandosi con il maestoso ingresso di Villa Bagatti Valsecchi.
Tra le company emergenti del mondo del design, Agglomerati abiterà le stanze di Villa Borsani con un
altro dei suoi impeccabili progetti realizzati rigorosamente in marmo italiano. GOHAR WORLD di Laila &
Nadia Gohar porterà nel Loggiato delle Scuderie di Villa Bagatti Valsecchi un universo di oggetti intriganti e surreali realizzati attorno al tema della tavola da pranzo.
Oltre a mettere in mostra i designer che accompagnano Alcova dagli albori, contribuendo a creare il
suo successo, questa edizione vedrà l’esordio di alcune novità assolute tra cui: studio Don Cameron
che approccia la progettazione di interni con un vocabolario ispirato ad architettura, fotografia e cinema; il duo TWE: TOUCH WITH EYES che sperimenta nuovi modi di fare design trasformando materiali di
scarto reperiti localmente.
La pratica multidisciplinare di Inderjeet Sandhu indaga lo spazio domestico come arena politica lavorando sul linguaggio visivo degli oggetti, e Studio DanielK propone una selezione di arredi marmorei incrociando rimandi al design brasiliano dello scorso secolo e riferimenti all’arte contemporanea.
Terraformae, un nuovo brand di Fornace S.Anselmo reinterpreta la materia terracotta.
Studio Tooj, altrettanto impegnato nella ricerca sui materiali, presenta una collezione in sabbia di quarzo stampata in 3D.
Lo sviluppo e l’indagine di nuove tecnologie, processi produttivi, combinate ad una progettualità sensibile all’ambiente, sono da sempre tra i temi chiave di Alcova. In questo filone si collocano, anche
quest’anno, diverse realtà che costruiscono la loro intera pratica proprio su queste tematiche: lo studio
Hilos presenta al pubblico un sistema di manufacturing per rivoluzionare l’industria del footwear tramite
tecnologie di stampa 3D senza spreco, servizi customizzati e on-demand. Altro progettista che lavora con la stampa 3D è Harry Thaler, supportato del sapere tecnico dell’azienda specializzata Additive
Tectonics per creare prodotti innovativi in particelle di legno, ingegnerizzate in un filamento duttile per
la stampa.
Il filone della tecnologia dialoga sempre con il craft, la sua fondamentale controparte nella ricerca e
nell’innovazione. Il designer Álvaro Catalán de Ocón si colloca in questa intersezione con l’acclamata PET Lamp, che combina l’indagine e la difesa culturale dell’artigianato alle tecniche di riciclaggio.
Ad Alcova 2024, verrà esposta una nuova aggiunta alla collezione: la PET Lamp Gurunsi. Un gigantesco
paralume che integra le abilità tessili di Baba Tree, azienda ghanese, per dare nuova vita alle bottiglie di
plastica PET. Anche lo studio The New Raw partecipa a questa ridefinizione del craft che s’innesta nelle
nuove tecnologie, descrivendo la propria pratica come “artigianato digitale”. Attraverso processi robotizzati ma ingegnerizzati “in casa”, lo studio esplora il carattere imperfetto e stratificato della stampa
3D utilizzando, anche in questo caso, materiali plastici di scarto.
Il progetto Sfossils sviluppa nuove tecniche di lavorazione della ceramica attingendo da open database pubblicamente accessibili, presentando ad Alcova i risultati sorprendenti di questa ricerca: lampadari dalla superficie ruvida e dettagliatissima, simili a cortecce.
Un’altra novità di Alcova 2024 è il dialogo dei progettisti con le architetture domestiche delle ville. Gli
ambienti verranno reinterpretati da installazioni pensate ad hoc per valorizzare questo connubio unico.
Gli interventi site-specific saranno particolarmente puntuali a Villa Borsani: FABIAN FREYTAG presenterà
ART/FICIAL DÉCO in dialogo con un bellissimo bar realizzato da Osvaldo Borsani appositamente per la
villa. Una installazione sognante di Sema Topaloglu Studio si insinuerà nel bagno già decorato pittoricamente da Adriano Spilimbergo. A mediare interni ed esterni saranno gli oggetti in marmo e vetro di Tom Fereday, mentre gli arredi post-modernisti di Supaform ricreeranno nelle stanze alte di Villa Borsani un ambiente d’ufficio fuori dall’ordinario.
Il verde di Villa Bagatti Valsecchi ha un ruolo protagonista, ospitando grandi installazioni, disseminate
nella vastità del giardino. Objects of Common Interest offre un luogo di convivialità dove potersi soffermare, riparandosi dal sole; il trio composto da Diego Faivre, Hugo Béhérégaray e Pierre Castignola interpreta giocosamente il parco della villa creando un campo da golf site-specific. Surfacedesign propone delle sedute per il pubblico in pietra naturale, mentre Pepe Valenti presenta la fontana The Portal, a ravvivare il Loggiato delle Scuderie nel quadro dell’Alcova Design Shop.
L’intero Loggiato delle Scuderie diventerà infatti il palcoscenico di un’altra grande novità di quest’anno: l’Alcova Design Shop prenderà corpo in un’installazione articolata che metterà in scena molti degli
oggetti presentati online da Alcova, ma anche tante novità messe in mostra dagli espositori di questa
edizione. Collectible design, design di prodotto, oggetti con diversi usi e dimensioni saranno in vetrina
con l’intento di promuovere in modo ancora più deciso ed esplicito il design contemporaneo. Tra gli altri,
si troveranno progetti inediti di Stef Fusani, di Stefania Ruggiero e di Clara Schweers con cui Alcova Design Shop lavora da tempo. La selezione presenterà anche gli ultimissimi arrivi nello Shop di Alcova: una collezione “spaziale” di metallo rigonfiato firmata Astronauts, le luci morbide di Sagmin Oh, i vivacissimi tavolini di Laura Casañas Maya che reinterpretano la passamaneria su tubolari metallici curvi, le Pierced Stool di Gregor Jahner e gli arredi inediti di Limbo Accra. Tutti i pezzi saranno acquistabili sia sul posto che sul sito.
Il panorama di questa edizione acquisisce un respiro sempre più internazionale. Alcova 2024 spazierà
dal raffinatissimo gusto estetico giapponese con RKDS (Ryuichi Kozeki), al linguaggio materico dello studio sud-coreano WKND Lab, alla ricerca di una ridefinizione della cultura cinese attraverso una
prospettiva storica, mutuata in chiave contemporanea, di MMR STUDIO e SINGCHAN DESIGN.
Il tema dell’identità territoriale verrà esplorato dando voce anche a geografie più fragili: il brand Faina restituirà, tramite la sua installazione, un riflesso dei radicali cambiamenti socio-culturali in Ucraina. Studio
AASSTTIINN, invece, porterà un contributo dall’Iran.
Gli oggetti verranno esplorati anche nella loro dimensione semiotica, in aree di significato che eccedono
confini fisici e strutturali. Il progettista Inderjeet Sandhu presenterà manufatti intrisi di contraddizioni,
smantellando e reinterpretando gli elementi familiari della casa con un’enfasi specifica sul linguaggio
e la parola scritta, legata a temi di migrazione, identità e spostamento. Un altro progetto “meta” e di
interesse sociologico/linguistico è quello di UMPRUM Studio of Fashion and Footwear Design, accademia di arte, architettura e design di Praga, che offrirà riflessioni progettuali sulle norme legate al “dress code”, decostruendo l’identità di genere.
Più che mai benvenuto è il ritorno di HEAD – Genève, tra le scuole internazionali più influenti nel campo
di design e arte, che presenterà 2084, Diorama of the Future, una speculazione architettonica sulle sfide dell’era post-antropocenica. Lo scenario affronta la ricostruzione di un futuro prossimo in cui alcune
città sono sommerse, mentre altre sopportano condizioni estreme, conseguenze dirette dell’emergenza climatica.
Una collaborazione con Artemide accenderà gli spazi monumentali di Villa Bagatti Valsecchi al calar del
sole. Le luci progettate da Alejandro Aravena, Bjarke Ingels e Carlotta De Bevilacqua contribuiranno a
creare un’atmosfera evocativa ed emozionale.