Arredativo Design Magazine

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo 

l potere immaginativo di Bruno Munari, l’irriverenza di Piero Manzoni, il paradosso di Gino De Dominicis. L’intreccio con la sfera politica di Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, la sfida agli stereotipi femminili di Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio e il nonsense di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. E mentre Maurizio Cattelan, Paola Pivi e Francesco Vezzoli svelano le incongruenze del presente con l’ironia e Chiara Fumai e Italo Zuffi smascherano le regole non scritte del sistema dell’arte, Eva & Franco
Mattes rivelano il loro umorismo con la memestetica.

Veduta della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo
Foto di Carlo Favero © Francesco Vezzoli, by Siae 2025; © Antonio Donghi , by Siae 2025; © Giorgio De Chirico, by
Siae 2025, © Antonio Donghi , by Siae 2025

Dal 6 febbraio al 7 settembre 2025, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la grande mostra collettiva Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, con la curatela di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni.

L’esposizione ha come main sponsor Gruppo Hera, è sostenuta dal TRUST per l’Arte Contemporanea e rientra in ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d’archivio di oltre 70 artisti, la mostra attraversa un arco di tempo di circa settant’anni – dagli anni Cinquanta a oggi – proponendosi di ripercorrere la storia dell’arte italiana attraverso il tema dell’ironia.

Veduta della mostra
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo
Foto di Carlo Favero

A partire dal mondo antico con la figura di Socrate, l’ironia si associa all’«arte di fare domande»: uno strumento del tutto unico che permette all’essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni.
Attraverso giochi umoristici, parodie e battute di spirito, l’ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l’essere umano da ciò che lo affligge.
Come filo conduttore che attraversa decenni di produzione artistica italiana, l’ironia emerge in
quanto strategia estetica e critica capace di alludere a significati profondi senza esprimerli
direttamente.

Questo dispositivo, utilizzato nei secoli per smascherare certezze e proporre nuove rappresentazioni, ha trovato nel contesto italiano un terreno particolarmente fertile: artisti di diverse generazioni hanno abbracciato la sua forza destabilizzante per mettere in discussione paradigmi consolidati. Una tradizione artistica ingombrante alle spalle, una società reazionaria, fortemente influenzata dalla Chiesa e dal passato fascista, il successo della Commedia all’italiana e dei più recenti «cinepanettoni», l’affermarsi del berlusconismo e con esso di una violenta società dei consumi, sono solo alcune delle «istituzioni» da minare e mettere in crisi.

Veduta della mostra
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo
Foto di Carlo Faver


Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama l’apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l’intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco a tutti gli effetti e che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura del linguaggio, sui luoghi comuni che lo accompagnano e, allo stesso tempo, sul modo in cui questi influenzano la nostra osservazione e interpretazione del mondo che ci circonda.

Veduta della mostra
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo
Foto di Carlo Favero


Dagli anni Cinquanta a oggi, con alcuni fondamentali antefatti rappresentati dal Surrealismo e della Metafisica, Facile Ironia ripercorre la storia dell’arte del nostro Paese attraverso l’espediente critico e immaginativo dell’ironia sviluppato in macro-aree tematiche nell’illustrare le diverse declinazioni e la trans-storicità del fenomeno: il legame con il gioco , l’ironia come pratica di nonsense e l’ironia come
paradosso, utili, il suo di critica al patriarcato e all’ordine sociale italiano, e poi ancora la sua relazione con la arma femminista mobilitazione politica e l’ironia come forma di critica istituzionale. Aleggia negli spazi del museo uno humor nero che attraversa più sezioni, una forza apparentemente contraria all’ilarità, che, in modo cinico e dissacrante, spinge a confrontarsi con le contraddizioni esistenziali.