Alias, ospite dello spazio The Waterstone di Intesa Sanpaolo, disegnato dall’architetto Michele De Lucchi, con una versione inedita del divano icona dehors.
Alias sarà ospite di The Waterstone, lo Spazio espositivo allestito in Expo da Intesa Sanpaolo, Official Global Partner dell’Esposizione universale; un luogo suggestivo, con forte personalità, nel quale la Banca propone per tutto il semestre un ricco programma di eventi, incontri e occasioni per condividere con il pubblico ciò che di meglio l’Italia ha realizzato in campo culturale, artistico, espressivo e imprenditoriale. Il Padiglione, realizzato con materiali interamente ecologici e riciclabili, che evocano gli elementi naturali e richiamano i temi dello sviluppo sostenibile e del rispetto per l’ambiente, sorge su una superficie di quasi 1.000 mq, in posizione centrale, affacciato sul Decumano. Oltre ad ospitare una filiale, dove è possibile sperimentare modalità innovative di fruizione dei servizi bancari, The Waterstone attrae il visitatore in un’esperienza coinvolgente grazie alla presenza di un’importante opera d’arte di proprietà della Banca “Officine a Porta Romana” di Umberto Boccioni, all’installazione artistica progettata da Studio Azzurro e all’uso di tecnologie interattive. Ad Alias il compito di arredare la zona lounge al primo piano del Padiglione, con i divani della collezione dehors, firmata per Alias dal celebre architetto Michele De Lucchi.
Progettata per un ideale “salotto da giardino”, dehors si ispira coerentemente alla natura, all’irregolarità delle forme vegetali. Un sistema di arredi aggregabili, che creano un’atmosfera di distensione e raffinato relax. In occasione dell’Esposizione Universale, Alias presenta una versione inedita, con la struttura in acciaio trattato per esterno e verniciato grigio e il tessuto di Kvadrat® jumper proposto nella stessa elegante tonalità. Prosegue così e si consolida la partnership tra Alias e Intesa Sanpaolo, alla quale fornisce da diversi anni gli arredi per gli uffici delle filiali.
In copertina: Photo Credits@ ph. Matteo Cirenei