Il 4 marzo è una data da ricordare per molti a Expo 2015. È infatti il giorno in cui il primo padiglione dell’esposizione Universale è stato ufficialmente consegnato. Il traguardo è stato tagliato dalla corporate cinese Vanke, dopo 10 mesi di lavoro all’interno di un cantiere dove accanto alla bandiera della Repubblica Popolare sventola a buon diritto e con orgoglio quella italiana, grazie all’impresa costruttrice, la torinese Bodino Engineering e a Casalgrande Padana che, con un avveniristico involucro in grès porcellanato, ha tradotto in fattibilità una figura architettonica tra le più complesse da realizzare dell’intero Expo 2015.
Il progetto sviluppato da Daniel Libeskind, esplorando i canoni dell’architettura parametrica, si estende su una superficie di 1000 metri quadrati. La costruzione ha richiesto la messa in opera di oltre 140 tonnellate di acciaio per le strutture e circa 4200 lastre di grès porcellanato della serieFractile, disegnate dall’architetto secondo un’esclusiva matrice tridimensionale.
Gli elementi ceramici sono stati messi in opera grazie a un innovativo sistema sviluppato ad hoc dalla Divisione Engineering di Casalgrande Padana, che consente non solo di fissare le lastre, ma anche di orientarle singolarmente e sovrapporle in funzione delle esigenze del progetto. Il risultato è una soluzione spettacolare che apre territori sino a oggi insondati nel campo dei sistemi di involucro in ceramica. Non a caso la vermiglia e frattale scocca del padiglione Vanke rappresenta già una vera e propria icona di riferimento per l’intero campus di Expo 2015.
Ma le sorprese non si fermano all’esterno. Il padiglione racchiude infatti un grande spazio, dove una struttura tridimensionale di bambù, a forma libera (circa 8000 metri lineari di canne impiegate), scandisce il percorso espositivo, fornendo al tempo stesso un etereo supporto ai 300 schermi LCD installati per proporre ai visitatori immagini, informazioni e suggestioni su alcuni momenti della tradizione conviviale cinese, attraverso lo Shitang (la sala da pranzo), i costumi culinari, gli oggetti d’uso corrente, il tutto letto criticamente attraverso i nuovi comportamenti introdotti dalla globalizzazione.
All’interno di questo palinsesto, alcune aree privilegiate sono state pavimentate con lastre in grès porcellanato da 60×60 cm, appositamente realizzate da Casalgrande Padana attraverso una particolare lavorazione delle superfici, che richiama il pattern disegnato da Libeskind per l’involucro. Una testimonianza ulteriore della flessibilità creativa del materiale ceramico e della capacità di Casalgrande Padana di dialogare con l’architettura, dando concretezza a qualsiasi idea progettuale.