Tasselli e ancoranti chimici: a cosa servono e quali si trovano in commercio

Pubblicato il 19 Giugno 2023 Di

I tasselli sono accessori ancoranti meccanici che consentono di fissare viti, barre filettate e qualsiasi altro genere di accessori a una struttura verticale. A seconda del materiale di cui è fatta la singola struttura i professionisti scelgono il corretto tassello. Ne esistono infatti di varie tipologie, ma il metodo di ancoraggio alla parete è più o meno sempre lo stesso.

Come sono fatti i tasselli

Si tratta sostanzialmente di piccoli cilindri con interno filettato e lati suddivisi in diverse sezioni. In commercio esistono tasselli in materiale plastico, solitamente nylon o polietilene, che sono tra i più diffusi e utilizzati. La plastica utilizzata per questi ancoranti infatti offre una buona resistenza ma soprattutto una corretta elasticità, che permette di mantenere stabile il punto di fissaggio a parete. Per specifiche applicazioni sono disponibili anche tasselli in metallo, in genere alluminio o acciaio. Oltre al materiale di cui sono fatti i tasselli differiscono anche per forma e tipologia di intagli sulla superficie laterale, caratteristiche che rendono il singolo oggetto più adatto a essere utilizzato sul cartongesso, su pareti in mattoni o su altri materiali. Se sei interessato a quali tipologie di tasselli sono usate dai professionisti, scopri di più su questo sito.

Come si usano i tasselli

Il principio di funzionamento di questi ancoranti meccanici è abbastanza semplice. Si comincia predisponendo nella parete un foro, di dimensioni uguali a quelle del tassello o molto simili. Il foro dovrebbe essere profondo quanto la lunghezza del tassello, in modo che il sistema di ancoraggio funzioni in maniera ideale. Il foro va pulito dai detriti, quindi vi si inserisce il tassello, spingendolo fino in fondo. L’azione successiva consiste nell’inserire nel tassello la vite o l’elemento di fissaggio prescelto, che può anche essere una barra filettata. Quando si avvita l’elemento di fissaggio nel tassello, quest’ultimo si deforma e si espande, andando ad aggrapparsi alle pareti del foro precedentemente praticato. Il risultato è una tenuta che permette di fissare in una parete di qualsiasi genere un punto di ancoraggio, che rimanga in posizione a lungo, anche sopportando carichi importanti. Esistono anche tasselli, più correttamente detti ancoranti, che si possono fissare su soffitti e superfici orizzontali.

Tipologie particolari di ancoranti

Ci sono situazioni in cui un classico tassello non consente di fissare correttamente un elemento quale una vite. Ad esempio all’interno di pareti in mattoni forati, o anche su pannelli isolati: le alette laterali del tassello non riescono a trovare una superficie su cui aggrapparsi o entro cui deformarsi. In questi casi si utilizzano sistemi di ancoraggio diversi dai tasselli. Per i pannelli isolati si sfruttano fissaggi a forma di cono, con filettatura esterna ed interna. La filettatura esterna consente al fissaggio di ancorarsi nel materiale e serve anche per creare il foro in cui lo si inserisce. Per pareti in calcestruzzo fessurato, su mattoni forati o su altre superfici che non presentino una coesione importante si utilizzano gli ancoranti chimici. Solitamente sono composti a base di resine, che induriscono esponendole all’aria o mescolandole con apposite sostanze indurenti. Si usano anche in combinazione con i tasselli classici, o con apposite calze in materiale elastico.

In copertina: Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay